Famiglia
Imprese italiane: nel 23,5% dei casi guidate da donne
Lo rileva Unioncamere. Al primo posto si piazza il Molise. Ultime Lombardia ed eEmilia.
di Redazione
Sono 1,2 milioni, nel 2004, le imprese guidate da donne in Italia. Il 23,5% delle attività avviate nel Paese, secondo i dati Unioncamere, infatti, è in mano a imprenditrici. Le imprese femminili attive si concentrano prevalentemente nei settori del commercio e dell’agricoltura (oltre 55 su 100), seguiti da attività manifatturiere (10,6%), immobiliari (9,5%) e altri servizi pubblici, sociali e personali (8,9%). Nel 73,9% dei casi (867 mila), le imprese femminili sono ditte individuali, più diffuse tra le donne (tra gli imprenditori uomini rappresentano il 68,1%). Più rare sono, invece, le società di capitali al femminile: 5,3% contro un valore medio piu’ che doppio (12%). Il numero maggiore di imprese femminili si concentra nelle regioni meridionali continentali, con oltre 303mila aziende (il 25,8% del totale nazionale), che diventano 433mila (36,8%) se si considerano anche le isole. Seguono l?Italia nord-occidentale (24,7%), quella centrale (19,6%) e infine il Nord-Est (solo il 18,8%). La regione relativamente più ?femminile? è il Molise, dove un?impresa su tre (32,3%) è gestita da donne, mentre Lombardia ed Emilia Romagna si dividono l?ultimo posto. In termini assoluti, invece, la graduatoria regionale vede in testa la Lombardia, con 153.755 imprese, seguita dalla Campania (122.100) e dal Piemonte (97.049). Obiettivo della legge 215 del 1992, ‘Azioni positive per l’imprenditoria femminile’, e’ quello di promuovere l’uguaglianza sostanziale e le pari opportunita’ tra donne e uomini nell’attivita’ economica e imprenditoriale. Possono accedere alle agevolazioni previste imprese individuali, cooperative, società di persone e di capitali che abbiano dimensione di ‘piccola impresa’ e siano a gestione prevalentemente femminile. I settori interessati sono il manifatturiero e assimilati, il commercio, il turismo e servizi e l’agricoltura. Le iniziative finanziabili sono: avvio di attivita’ imprenditoriali, acquisto di attivita’ preesistenti, realizzazione di progetti aziendali innovativi connessi all’introduzione di qualificazione e innovazione di prodotto, tecnologica o organizzativa, acquisizione di servizi destinati all’aumento della produttivita’, all’innovazione organizzativa, al trasferimento delle tecnologie, alla ricerca di nuovi mercati per il collocamento dei prodotti, all’acquisizione di nuove tecniche di produzione, gestione e commercializzazione, nonché per lo sviluppo di sistemi di qualita’. Sono ammissibili al finanziamento le spese sostenute per impianti generali, macchinari e attrezzature, acquisto brevetti, acquisto software, opere murarie, studi di fattibilità e piani d’impresa (fino al 2% del totale dell’investimento).
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.