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In 4mila via dall’isola, arriva Silvio
Mentre continuano gli sbarchi a Lampedusa, ci si prepara a ricevere il premier in visita
di Redazione

L’emergenza degli sbarchi sta mettendo a dura prova la coesione sociale dell’Italia, e la capacità di fornire risposte adeguate per fronteggiare una situazione insostenibile, senza cadere nel consueto teatrino delle polemiche politiche, ma affrontando con realismo un fenomeno del tutto diverso dal consueto flusso migratorio e che, al momento, poco o nulla ha a che vedere con la guerra civile in Libia. Ecco come i giornali oggi affrontano il tema.
- In rassegna stampa anche:
- GIAPPONE
- SAN SUU KYI
- PRECARI A SCUOLA
- ACQUA
- ENERGIA
“Mille rimpatri verso la Tunisia” è il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA. Tre foto a corredo: migranti che dormono alla stazione marittima di Lampedusa, altri che puliscono un piazza, altri che si lavano con l’acqua minerale. I servizi da pagina 2 a pagina 6. Sempre in prima il richiamo al pezzo dell’inviato Felice Cavallaro: “Vederli così è uno strazio”. A pagina 2 si apre con la situazione politica: “Berlusconi a Lampedusa. Polemica su Bossi”. Virginia Piccolillo scrive: “A Lampedusa, assediata da 6300 immigrati, oggi sarà il giorno di Silvio Berlusconi. Assieme al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, darà il via all’operazione svuotamento”. Finalmente una tregua dalla Tunisia, tre barconi in partenza verso l’Italia sono stati infatti bloccati dalla polizia tunisina. Sempre a pagina 2, Alessandra Coppola riferisce di un’altra frontiera calda, quella con la Francia: “In viaggio con i giovani in fuga: la Francia li respinge a Ventimiglia”. “Per vederli tutti assieme — chi è appena sceso dal treno, chi sta aspettando l’occasione per passare dall’altra parte, chi è stato costretto a tornare indietro — bisogna seguire la pentola con la pasta al sugo portata da un gruppo della Cgil in un banchetto appena fuori dalla stazione – scrive la giornalista – In fila ci sono decine di uomini, più o meno ventenni, tutti maschi, quasi tutti tunisini. «Non sono profughi— aveva sottolineato il sottosegretario Sonia Viale alla riunione in prefettura l’altroieri a Imperia —: solo clandestini. E la Francia sta applicando alla lettera la legge sui respingimenti» . Il nuovo ministro dell’Interno di Parigi, Claude Guéant, l’aveva promesso in una visita alla frontiera: «La Francia non accetterà questa immigrazione economica che prende a pretesto ragioni politiche» . A pagina 3 le parole del presidente della Repubblica: “Richiamo di Napolitano «Situazione inaccettabile. Le Regioni collaborino”, intervento pronunciato durante la visita a Ellis Island, New York, dove si trova il museo che testimonia la migrazione degli italiani verso gli Stati Uniti. A pagina 5 Fiorenza Sarzanini affronta la questione fondamentale rispetto al flusso di queste settimane: “Il governo tratta con Tunisi: mille rimpatri entro domenica”. Ecco cosa scrive: “La trattativa è in corso, mediazione affidata al finanziere Tarak Ben Ammar che già venerdì scorso — durante la visita dello stesso Maroni e del titolare della Farnesina Franco Frattini — aveva rivestito il ruolo di negoziatore così come gli era stato richiesto dal premier Silvio Berlusconi. Intanto si cercherà di sfollare Lampedusa trasferendo gli stranieri senza permesso nei centri provvisori che proprio in queste ore si stanno allestendo in Sicilia, ma anche in Toscana e Basilicata. Campi creati all’interno delle basi messe a disposizione dalla Difesa che diventeranno tredici entro la prossima settimana”. Di spalla Massimo Franco: “La Lega sogna il blitz per riequilibrare un’immagine offuscata”. “Duemila immigrati restano a digiuno E sull’isola scatta la solidarietà” è il titolo che apre pagina 6 del CORRIERE con il reportage dell’inviato a Lampedusa, Felice Cavallaro. Eccone un passaggio: “Ed ecco ieri pomeriggio tutti in parrocchia dove pure Paola La Rosa s’è ritrovata a distribuire giacconi usati, coperte, biancheria ai tunisini incolonnati sull’uscio della sacrestia. Non demorde, ma un dubbio viene a questa albergatrice affannata anche di notte per portare cibo e bevande calde sotto la collina degli accampati: «Ho trovato conferma a una mia teoria. Ho fatto una tesi sulla pericolosità del lavoro volontario: offre ai governi l’alibi del non fare. E qui non fa niente. Con un dramma interiore per noi che diamo una mano a ondate che arrivano e partono. Una coperta che regali è persa. E anche un rapporto umano che instauri è un rapporto a perdere» . Parla dello stress psicologico di un’intera isola ed è quello che ha scatenato l’ira delle mamme l’altro giorno in barricata. Come Rosetta Gervasi incatenata sotto gli occhi dei funzionari di polizia e della prefettura che la sera si complimentano con lei in cucina. Al Nautic dove è pronta a sfamare i tunisini quando bussano alla porta del retrobottega: «Ti guardano e dicono ‘ Madame, coperta, fame, pane’. E io do coperte, offro panini, bottiglie d’acqua. Ma solidarietà non è sbatterli su una collina…»”. Da segnalare, nella pagina delle Idee, il pezzo di Beppe Severgnini: “Finalmente li chiamiamo migranti”.
“Caos profughi, piano anti-sbarchi”: apre così LA REPUBBLICA che nel sommario riferisce “L’affondo di Bossi: «Immigrati föra di ball». Oggi Berlusconi a Lampedusa”. «Il premier annulla il consiglio dei ministri chiamato proprio ad approvare il piano per risolvere la crisi e va a Lampedusa», annotano D’Argenio e Rosso, in un pezzo che dà conto del collasso di Lampedusa e del richiamo di Napolitano (situazione «inaccettabile. L’Italia, le singole regioni non possono dare uno spettacolo di incertezza e divisioni come si rischia di dare»). Ma è il Senatur a tenere banco con la chiusura agli immigrati bofonchiata in dialetto. Polemico il Pd, sarcastico l’Idv («“il Senatur come al solito vola alto»). La Cei chiede di riconoscere i migranti come «cittadini portatori di diritti e doveri» che meritano «l’inclusione sociale». Pressioni che però non smuovono le resistenze degli amministratori locali. La regione Toscana ad esempio rifiuta le tende a Pisa. Il governatore Rossi dice no a un campo da 500 posti, sì all’accoglienza di profughi in strutture più piccole collocate su tutto il territorio e affidate al volontariato. La bresciana Beccalossi, ex An in gara con la Lega, è drastica: «piuttosto fari evacuare gli italiani da Lampedusa e trasformerei l’intesa isola in un grande centro di espulsione». Intanto un nuovo fronte pare aprirsi a Ventimiglia: migliaia di migranti vorrebbero arrivare in Francia ma respinti si fermano nella città ligure (sarebbero circa 3mila). «La Francia si prende il petrolio e a noi ci lascia la solidarietà» sintetizza un poliziotto di frontiera.
AVVENIRE sopra la foto dei migranti in fila all’aperto per ricevere la razione di cibo pubblica lo strillo “Fame a Lampedusa”. La tensione sull’isola rimane altissima e ieri duemila africani sono rimasti senza cibo. Ancora arrivi (ieri quasi 500 per la maggior parte etiopi ed eritrei con donne e bambini) e proteste. Per tutto il giorno gli abitanti dell’isola hanno urlato slogan e issato striscioni. Gli abitanti hanno occupato l’aula del Consiglio comunale e sulla facciata del municipio è apparsa la scritta “Non è razzismo, ma sopravvivenza”. Napolitano parla di “Situazione inaccettabile” e chiede solidarietà a Europa e Regioni: «per il presidente necessario portare via gran parte degli sbarcati “come già si sarebbe dovuto fare nei giorni scorsi”». Maroni ribadisce la soluzione annunciata già lunedì dal prefetto Caruso: sull’isola arriveranno in giornata sei navi, con 10mila posti, e gli immigrati saranno trasferiti nei vari siti attrezzati. Poi, una volta divisi i profughi dagli irregolari, si procederà all’identificazione e promette: “Oggi l’emergenza sarà risolta”. Scrive AVVENIRE « Berlusconi rinvia a domani il Consiglio dei ministri previsto per questa mattina, e come per le grandi emergenze che lo hanno vsto coinvolto a Napoli e L’Aquila, oggi scende sul campo personalmente oer trovare una soluzione. Ma prima ancora di appordare sull’isola invasa dai profughi, già ha in mente le prossime mosse, concordate in serata con i ministri competenti e annunciate da Maroni per il quale oggi “la situazione si risolverà”». Ma dove finiranno i nordafricani trasferiti da Lampedusa? La pagina 8 è dedicata al Piano per l’accoglienza e a come le Regioni si preparano a ospitare i migranti tra slanci di solidarietà e polemiche. Tre le aree certe: Manduria in Puglia (già operativa), Chinisia in Sicilia e Coltano in Toscana. Individuati siti anche a Potenza, Caltanissetta e Santa Maria Capua Vetere. Ancora incertezze sul Veneto a causa dell’opposizione della Lega. A pie’ di pagina un’intervista al segretario Cisl Bonanni che sostiene: «Non siamo in grado di reggere, occorre l’impegno di tutta l’Europa e un progetto di sviluppo. L’Italia batta i pugni e chieda subito un piano Marshall». Infine nel Forum di pagina 31 il direttore Marco Tarquinio risponde alla lettera di un lettore chiedendo “Un Nobel per la Pace ai lampedusiani”: «anche nei confronti di quegli esponenti politici di casa nostra che si mostrano incapaci di capire che cosa sta accadendo sulle rive meridionali del Mediterraneo e, in qualche caso, fanno mostra di una straordinaria e urtante insensibiltà… Peccato per loro e per il nostro Paese, nel quale certe uscite vernacolari e volgarotte sul tipo di quella che s’è inventato ieri Umberto Bossi eccitano i sentimenti e le reazioni più superficiali, impaurite e inconsulte».
IL SOLE 24 ORE fa i conti in tasca alla questione sbarchi a pagina 11: “L’emergenza costa 200 milioni”. «L’emergenza immigrati rischia di costare nel 2011 almeno 200 milioni di euro. È la stima del Viminale, intanto si attendono subito circa 30 milioni dal ministero dell’Economia per saldare le spese già impegnate dal commissario straordianrio Giuseppe Caruso. (A partire dal noleggio dei cinque navi civili che, con l’unità della Marina Militare San Marco, oggi pomeriggio imbarcheranno i 6.2000 immigrati presenti a Lampedusa. Provvisoria per ora la destinazione delle imbarcazioni, l’idea del Viminale è di distribuire i migranti nei centri di Trapani, Caltanissetta, Manduria, si parla anche di Santa Maria Capua Vetere e Coltano, in provincia di Pisa”. In taglio basso IL SOLE mette in luce “il difficile incrocio tra siti e urne: ecco la mappa rebus di Maroni”, con anche una mappa che mette in luce quel i Comuni in cui si vota e le possibili destinazioni dei campi: «Se ancora si litiga sui siti, se è stata necessaria una cena tra il premier e i suoi e se sarà necessaria una cena tra il premier e i suoi e se sarà necessaria ancora una nottata per negoziare con le Regioni è proprio per la scadenza delle amministrative. Soprattutto è il Carroccio in fibrillazione».
Fotonotizia centrale in prima per LA STAMPA dedicata al dramma di Lampedusa. I servizi interni invece sono da pagina 8 a pagina 12. Lo scontro Bossi-Governo-Ue in cui la commissaria Malmstrom rimprovera all’Italoia di lamentarsi, ma poi di non voler utilizzare i fondi messi a disposizione da Bruxelles; ma c’è spazio per l’ennesimo borbottìo del presidente Napolitano da New-York: «La politica è guerriglia, non è un momento semplice per essere presidente in Italia e non è un momento facile per il Paese». Intanto a Lampedusa si tenta un ripulisti in previsione dell’arrivo di Mr. B: «Ieri sei voli speciali (mai accaduto prima) hanno portato via dall’isola quasi seicento migranti. Altri sei sono previsti per oggi. In più la nave militare San Marco e almeno tre traghetti (il «Catania», la «Clodia» e un altro ancora da definire) dovrebbero trasferire altrove qualcosa come 3.000-3.500 disperati. Il totale potrebbe assommare, dunque, a 4.000-4.500 trasferimenti in appena 48 ore: che non significherà svuotare Lampedusa (che al momento è invasa da oltre 6mila migranti) ma certo riportare la situazione ad un livello quantomeno controllabile». Interessante invece a pagina 10 e 11 la raccolta di storie vere sul compo di chi è fuggito dalla Tunisia, è poi sfuggito dal campo migranti e ora ha un solo sogno: dimenticare il passato e rifarsi una vita in Francia.
“Siamo vittime dei giochi politici” si legge su di un cartello tenuto in mano da un migrante nella foto di copertina. In prima Massimo Giannetti scrive: «La collina del disonore, come l’hanno ormai ribattezzata i lampedusani, è un lurido accampamento fatto di capanne improvvisate con teli di plastica, stracci, cartoni dove il tanfo degli escrementi taglia il respiro. I lampedusani, che da lunedì sera occupano per protesta la sede comunale, dicono che non ce l’hanno con gli immigrati. Sono furibondi con il Governo che li ha abbandonati». Giannetti riporta una serie di virgolettati anonimi. Fra cui quello di donne riunite in assemblea: «Non è per cattiveria ma i pochi servizi che abbiamo sono insufficiente per tutti». E un’albergatrice, anch’essa anonima, ricorda che «noi viviamo di turismo se continua questa emergenza rischiamo di perdere anche questa fonte di sopravvivenza». L’intervista a Cofferati è anticipata in prima pagina sottolineando che «Gheddafi è stato armato da chi ora lo bombarda». Il MANIFESTO ricorda che sabato 2 aprile Roma ci sarà la manifestazione contro la guerra a cui Cofferati aderisce perché: «Sono contrario all’uso della guerra come strumento per definire i rapporti fra i Paesi e stimolare la democrazia. La via deve esser sempre quella della diplomazia. La risoluzione Onu contiene un paio di contraddizioni: non è esplicito cosa si voglia ottenere, nella risoluzione c’era già la guerra, la “no fly zone” è una definizione di un atto militare di guerra»
Vignetta critica verso l’Europa in prima pagina (“Sbarchi migranti, e l’Europa che fa?” – “Sforzi enormi per cercare di tenersi fuori”), su ITALIA OGGI e una mezza pagina dedicata all’interno, dedicata alle “operazioni di evacuazione di Lampedusa” che “potrebbero iniziare già oggi”. Titolo: “Il governo svuota Lampedusa. Sei navi per caricare i 6mila immigrati, ma il problema resta”. Il pezzo in realtà fa un’estrema sintesi dell’attivazione del governo rispetto al tresferimento dei migranti dall’isola, annuncia la visita a Lampedusa – oggi, alle 13 – del presidente Berlusconi, sottolinea la sparata (“Fora d’i ball”) di Bossi e una responsabile apertura di Bersani e Casini (“l’opposizione si dice pronta a collaborare su questo argomento, ma a patto che il governo abbia una linea unica e non contemporaneamente di lotta e di governo, come quella della Lega”). Il pezzo poi, con una brusca inversione a U, svolta poi sul tema giustizia, e sul cast di star e celebrità chiamate come testimoni al “processo Ruby” che si apre il 6 aprile a Milano. Nessuna attinenza con il tema immigrazione, ovviamente. A pag. 4 il quotidiano riporta una parte dell’intervista rilasciata ieri dal presidente Napolitano a Maria Bartiromo del canale statunitense Cnbc, e riproposta dalla tv del gruppo Class Class Cnbc. Rapido il passaggio sulla questione migranti: a una domanda sulla “nuova massa di migranti spinta sulle nostre coste”, Napolitano risponde: “Vogliamo gestire l’emergenza insieme agli altri paesi europei. Non si tratta solo di un problema nostro, solo di una questione italiana, ma dell’intera Europa e abbiamo bisogno di politiche univoche sia sull’immigrazione che sull’asilo politico”. Sempre a pag. 4, punto politico sulla crisi libica con un pezzo di Massimo Tosti che sottolinea come l’Italia, dopo il vertice a 4 di lunedì da cui è stata esclusa, sia fuori dalla stanza dei bottoni: “Ai 4 grandi la spartizione, a noi gli immigrati in fuga”. Anche in questo caso, però, tanta analisi politica, qualche dietrologia (“Il nostro avversario principale non è il raìs ma l’irritato Napoleone di Parigi”) ma nulla sulla destinazione post Lampedusa degli sbarcati.
GIAPPONE
LA REPUBBLICA – “Fuoriuscita di plutonio da Fukushima Il premier: «Puntare sull’energia pulita»”. Il virgolettato è del presidente Naoto Kan: «l’uso dell’energia pulita sarà alla base dei piani di ricostruzione delle aree devastate». Ha anche ammesso che la situazione è «imprevedibile» e dichiarato lo stato di massima allerta: il plutonio è una delle sostanze più tossiche conosciute. Insomma mentre la Tepco non riesce a intervenire efficacemente si profila sempre più decisamente il rischio di una catastrofe peggiore di quella di Cernobyl. Rilevate tracce di radioattività anche in Cina.
SAN SUU KYI
LA REPUBBLICA – R2 pubblica una lunga intervista al premio Nobel, “Io libera nella mia Birmania prigioniera”. La leader dell’opposizione continua la sua battaglia per la democrazia: «Ciò che non rende libero il mio popolo è la paura. Quella diventata la prigione di tutti»; «La parodia della democrazia è peggio della dittatura, perché la gente ha la scusa di non fare niente. Pensano: ecco, c’è il Parlamento, c’è la democrazia, non c’è altro daf are. Ma da quanto vedo, non posso dire che questo governo e questo Parlamento siano davvero democratici». «La situazione economica resta difficilissima in tutto il Paese». «Ho molto apprezzato il supporto del popolo italiano… ma spero che anche il governo possa sostenerci».
PRECARI A SCUOLA
CORRIERE DELLA SERA – A pagina 27: “Il ministero e i ricorsi da evitare «Vanno assunti 65mila precari»”. Scrive Lorenzo Salvia: “I conti sono stati rifatti un’altra volta. E alla fine i tecnici del ministero dell’Istruzione hanno scoperto che la situazione è meno pesante del previsto. Sarebbero 65 mila e non 150 mila, come stimato finora, gli insegnanti precari con almeno tre contratti annuali di fila. E che quindi potrebbero presentare un ricorso simile a quello vinto a Genova da 15 docenti che, in primo grado, si sono visti riconoscere un risarcimento di 30 mila euro a testa. Il costo totale dei risarcimenti, dunque, sarebbe di 2,5/3 miliardi di euro al massimo. Comunque una batosta ma meno pesante di quella cifra (6 miliardi) che aveva fatto preoccupare Giulio Tremonti per la tenuta dei conti pubblici. Della questione si sarebbe parlato anche nel corso del vertice di ieri sera dedicato all’emergenza Lampedusa. I nuovi calcoli fanno aumentare le quotazioni della soluzione che già lunedì i tecnici suggerivano e che sindacati ed opposizione prospettano da tempo: l’assunzione per gradi dei precari coprendo quelle cattedre che ogni anno vengono assegnate stabilmente proprio con contratti a termine”.
ACQUA
IL SOLE 24 ORE – “Acquedotto da Spa a ente regionale”. La ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese promessa da Vendola è realtà: «L’Acquedotto pugliese, il più grande d’Europa, cambia faccia. Da Spa torna un ente pubblico. Un ente regionale. È stato approvato il disegno di legge che prevede l’istituzione dell’Ente idrico pugliese ed è all’esame delle commissioni della regione Puglia in sede referente, per poi andare al voto del consiglio regionale. È una decisione politica. Visto che la Spa Acquedotto pugliese oggi funziona (almeno, funziona certamente meglio del poltronificio che era appena qualche anno fa), allora il presidente della Puglia, Nichi Vendola, vuole poter sfoggiare all’occhiello della sua casacca politica un ente pubblico, un ente regionale, che sia gestito come una società privata. La gestione dell’Acquedotto pugliese resta in mano a Ivo Monteforte, ingegnere, amministratore unico, il dirigente genovese chiamato nel 2007 da Vendola per dare efficienza all’organismo, e al direttore generale Massimiliano Bianco, economista da battaglia e da City di Londra. “Per noi, le regole cambiano poco. Cambia solamente la forma, l’etichetta, ma gli obiettivi di efficienza sono confermati”, sorride Monteforte». Commento del SOLE: “Il passato non è la soluzione”: «Il motivo è politico per esempio usare l’acquedotto con un fine proagandistico in vista del referendum di giugno sulla privatizzazione dell’acqua».
ENERGIA
AVVENIRE – “Boom di rinnovabili. Stangata in bolletta” è il titolo della pagina 9 dedicata agli scenari energetici. Legambiente ha presentato con il contributo del Gse (Gestore servizi energetici) e di Sorgenia il rapporto “Comuni rinnovabili 2010”. Il 94% dei Comuni ha almeno un impianto “alternativo”. Chi è “verde” risparmia ma le nuove fonti pesano fortemente sulle tasche dei consumatori grazie ai discussi incentivi che, però, incidono per 2,7 miliardi contro i 3 delle energie non rinnovabili.
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