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In aumento i tumori infantili
Cresce dell'1% all'anno in Italia il numero dei piccoli malati. Presentato il primo manuale per i volontari che li assistono
di Redazione
Ogni anno circa 1.300 bimbi italiani si ammalano di cancro. Vite spezzate da un nemico che colpisce come un fulmine a ciel sereno, per ragioni ancora misteriose nel 90% dei casi. E i numeri sono in crescita, con un aumento di oltre l’1% all’anno nell’ultimo decennio. La buona notizia è che oggi, grazie ai progressi di diagnosi e cure, oltre il 70% dei baby-pazienti riesce a guarire completamente. La sopravvivenza a 5 anni ha raggiunto il 78%, con punte dell’82% tra gli adolescenti. Ma il conto presentato dal cancro resta crudele e quasi il 30% dei piccoli malati non ce la fa: «Nel nostro Paese muoiono di tumore 400 bambini all’anno. È come dire che ogni anno crollano 10 scuole», calcola Giuseppe Basso, presidente della Fondazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica.
Il dramma dei tumori infantili nella Penisola è stato fotografato oggi a Milano, durante la presentazione del primo manuale dedicato ai volontari che meglio ospedali italiani assistono i bimbi malati di cancro. Un’iniziativa promossa dall’Aieop (Associazione italiana di ematologia e oncologiapediatrica), sostenuta da GlaxoSmithKline all’interno del programma “Salute & Società“.
Se nella maggior parte delle neoplasie pediatriche “non esiste una causa definita“, sottolinea Basso, «forse in futuro una parte di questi casi potrà essere spiegata dall’interazione fra geni e ambiente». Nel mirino fattori come cibo, aria, farmaci e inquinamento, sul cui ruolo, almeno «per ora, non esiste alcuna certezza scientifica», tiene a puntualizzare l’esperto. Di sicuro c’è però il fatto che i tumori infantili sono molto meno rari di quanto si pensi: una persona su 600 si ammala di cancro nei primi 15 anni di vita, e un adulto su 800 porta con sè la “cicatrice“ dell’incubo vissuto da bambino.
I tumori infantili colpiscono più i maschi delle femmine e sono ugualmente distribuiti lungo lo Stivale. Nei bimbi sotto i 5 anni prevalgono le leucemie ed è raro il linfoma, mentre dopo i 10 anni d’età la proporzione si inverte. Nei piccoli “over 10“ sono rari neuroblastoma, nefroblastoma e retinoblastoma, più frequenti nei primi anni di vita. I tumori dell’osso e i sarcomi delle parti molli insorgono più tardi, con un picco massimo superata l’età pediatrica.
Le cause del cancro nei bambini sono ancora oggetto di dibattito nella comunità scientifica. Secondo i dati del Registro tumori britannico, meno del 5% dei tumori pediatrici sarebbe di origine ereditaria. Soltanto per i retinoblastomi si calcola che il Dna incide per il 50% circa. Nella stragrande maggioranza dei casi, dunque, sotto accusa c’è un mix fra geni e ambiente. Per questo, insieme al corredo genetico, anche l’ambiente è un osservato speciale. In particolare i campi elettromagnetici, i solventi, gli idrocarburi (come il benzene sprigionato nell’atmosfera dal traffico cittadino), l’esposizione durante la vita fetale a radiazioni, a pesticidi e altri cancerogeni, a virus quali influenza e varicella, o all’alcol assunto dalla madre in gravidanza. Ma «il problema è complesso e ancora non esistono evidenze scientifiche tali da poter lanciare un allarme vero e proprio», assicura Momcilo Jankovic, responsabile del Day Hospital di ematologia pediatrica all’ospedale San Gerardo di Monza.
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