Non profit
In calo le richieste di asilo
I dati del Rapporto annulae del Centro Astalli
di Redazione
Nel 2010, con i respingimenti nel Canale di Sicilia per effetto dell’accordo di collaborazione con la Libia, il numero delle domande di asilo presentate nel 2010 è sceso a 10.050, rispetto alle 17.600 del 2009 e alle 30.300 del 2008. Nonostante questo “il sistema di accoglienza in Italia si è confermato gravemente insufficiente ed inefficace”, con lunghi periodi nei centri di accoglienza e grosse difficoltà a trovare lavoro e alloggio. È quanto emerge dal Rapporto annuale 2011 del Centro Astalli- sezione italiana del Jesuit Refugee Service – presentato oggi a Roma.
Nel corso del 2010 si sono rivolte ai servizi del Centro dei gesuiti circa 16.000 persone. Il numero dei pasti distribuiti alla mensa rimane alto, circa 330 al giorno. È aumentata però la precarietà e la fragilità di chi arriva: il periodo medio durante il quale ogni utente frequenta la mensa si è allungato sensibilmente, superando in molti casi i 6 mesi solitamente previsti. Il 73% degli utenti della mensa ha meno di 30 anni e le nazionalità maggiormente rappresentate sono Afghanistan (28%), Somalia (14%), Eritrea.
“Il numero di rifugiati che durante l’anno si è rivolto ai nostri servizi territoriali – spiega padre Giovanni La Manna presidente Associazione Centro Astalli – non è calato. L’integrazione di quanti ottengono la protezione internazionale è sempre più difficoltosa”. Padre La Manna denuncia un sistema di accoglienza nazionale “gravemente insufficiente (nel 2010 disponeva di circa 3.000 posti), il diritto all’accoglienza diventa così una tragica roulette, in cui a pochi fortunati corrispondono troppi esclusi. Assistiamo a ritorni di persone che pensavano di aver ritrovato, con fatica, autonomia e dignità e che, a causa della perdita del posto di lavoro o di altri ostacoli, si ritrovano al punto di partenza”, come accade al Centro Astalli di Palermo, ad esempio.
Sempre alto il rimane il numero delle vittime di tortura: 386 persone sono state individuate e accompagnate dal Centro Astalli durante il 2010. Per la maggior parte (quasi il 90% del totale) provenivano da Paesi africani e, in particolare, dalla Guinea (23,5%) dalla Costa d’Avorio (18,6%) e dal Togo (12,6%). I progetti che il Centro Astalli ha realizzato nel 2010, grazie a oltre 400 volontari, hanno riguardato in particolare le vittime di tortura, i portatori di disagio mentale, le persone senza fissa dimora. Sono stati ristrutturati i centri di accoglienza e attivato un progetto sperimentale per giovani afgani presso la Fondazione “Il Faro”. Il Centro Astalli continua ad invocare, da tempo, “una legge in materia di asilo, proprio in un momento in cui i diritti umani rischiano seriamente di essere messi in secondo piano”
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