Giornalisti in galera
Sono attualmente 125 i giornalisti in prigione in 29 Paesi del mondo, di cui 56 lavoravano per testate online o blog. Per la prima volta i giornalisti online hanno superato quelli degli altri media, nella classifica del numero di arresti. Segno dell’importanza di internet per la libertà di espressione. Forse è proprio per questo che nelle carceri ce n’è così paura. Eppure potrebbe diventare uno straordinario strumento per permettere, a chi non riesce a fare i colloqui per la lontananza dei famigliari, di avviare almeno un contatto a distanza.
Detenuti e famiglie, Spagna avanti
Il dato che non circola mai, o forse proprio non c’è, è quello di quanti detenuti abbiano perso, oltre alla libertà, anche la famiglia. Tornano su questo tema i detenuti di Lodi, sulle pagine del loro giornale, Uomini liberi , ricordando l’esperienza della Spagna, che ormai ha superato l’Italia per coraggio e sensibilità nell’occuparsi delle famiglie dei detenuti: «La Spagna oggi, anche per quanto riguarda l’affettività in carcere, ci ha superato alla grande, adottando norme e criteri dei Paesi nordici. Il problema viene affrontato in questo modo: ogni detenuto ha diritto a 6 ore di privacy al mese, che si trascorrono in un monolocale, al quale i familiari accedono accompagnati dal personale femminile. Tutto si svolge nella massima discrezione, rispetto e dignità del detenuto. Anche riguardo al diritto alla sessualità».
Dice una direttrice…
«Crescono le problematiche familiari, ma penso non abbia molto senso rispondere con il carcere, anche nei casi più violenti ed efferati. Oggi c’è un grande allarme sociale dovuto alla microcriminalità: scippi, rapine in villa e negli appartamenti, droga. La gente ha paura e questi reati creano parecchi timori diffusi. Non vedo una politica seria di prevenzione. Si agisce solo sulla repressione. I reati finanziari, al contrario, vengono trattati e visti in tutt’altra maniera. A Forlì, in questo momento, non c’è un solo detenuto di questo genere. Dentro ci stanno solo i poveretti». Quanto la Giustizia sia generosa con i ricchi e severa con i poveracci a ricordarcelo non è il volontariato, ma la direttrice del carcere di Forlì, Rosa Alba Casella .
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.