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In classe, meglio i precisi o i disordinati?

di Redazione

Agli scrutini del primo quadrimestre abbiamo analizzato la situazione dei voti della classe terza F, che al classico è l’ultima, e a giugno sosterrà gli esami di maturità. Alle otto di sera, quando siamo arrivati a dettare i voti della studentessa Serena S., il preside ha esclamato: «Finalmente una bella pagella, ci ripaga delle fatiche della giornata». Fin dal primo anno Serena consegue voti eccellenti in tutte le materie e gode della massima stima di tutti gli insegnanti. La professoressa di matematica ha detto che Serena è una ragazza molto sveglia, l’insegnante di filosofia per non essere da meno è andata oltre: «È un raro caso di intelligenza e bellezza». L’insegnante di italiano non si è lasciata sfuggire l’occasione e ha aggiunto: «Sa fare anche le torte»; infine la professoressa di inglese ha chiuso il cerchio: «È una ragazza affascinante».
Mentre gli elogi sul suo conto si sprecavano, mi sono chiesto chi, nei prossimi anni, potesse essere l’erede di Serena, e in pochi secondi la mia mente, passando in rassegna gli studenti che vedo ogni giorno, si è soffermata su due ragazze del ginnasio: Beatrice e Silvia. Entrambe della stessa classe, ma con caratteristiche diverse. La prima con ottimi voti, in palestra si posiziona al meglio prima di tirare a canestro, cerca la posizione millimetrica, il suo tiro è preciso e quasi infallibile, ma tutto deve essere perfetto, troppo, per quegli sport che richiedono decisioni rapide e situazioni di gioco non sempre ottimali. Silvia è immediata, allegra, riesce bene in tutti gli sport, dalla pallavolo al calcio, quando sbaglia non dà eccessivo peso alla cosa, ma non è costante, non ha il controllo di sé come Beatrice, che invece è capace di gestire la tensione di una partita come pochi.
Un grande scrittore argentino, Julio Cortàzar, divideva il mondo tra due tipi umani: i cronopios, disordinati e aperti, e i famas, programmatori e precisi. Un insegnante non dovrebbe mai parteggiare per un’alunna o l’altra, ma se dovessi individuare l’erede di Serena, direi che è Silvia.

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