Welfare

In cura il facebookdipendente

E' ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma il primo paziente affetto da dipendenza da internet e pc, inclusi i social network come Facebook

di Redazione

 «E’ un uomo, come gli altri sei che finora hanno prenotato da noi la prima visita», spiega all’Adnkronos Salute lo psichiatra Federico Tonioni, coordinatore dell’ambulatorio dedicato all’Internet Addiction Disorder presso il Gemelli. Una struttura che inizia l’attività oggi, all’interno del Day hospital psichiatrico, con l’obiettivo di curare la dipendenza patologica da Internet, e i disturbi del comportamento ossessivo che riguardano il web. Situato al piano -1 del Gemelli, l’ambulatorio arricchisce l’offerta assistenziale dell’Unita’ operativa di consultazione psichiatrica del Policlinico per la cura di tutte le dipendenze, da quelle da alcol e droghe fino a quella da gioco d’azzardo. Per i programmi di riabilitazione l’attivita’ degli psichiatri del Gemelli si avvale della collaborazione dell’Associazione ‘La Promessa’. “Per il momento gli appuntamenti sono stati presi da uomini – dice Tonioni – anche se non sembra che ci siano delle differenze di sesso tra quanti cadono nelle trappole della Rete. Forse i maschi si rendono conto prima di avere un problema”. L’eta’ media attesa dagli specialisti e’ intorno ai 20-35 anni, prosegue l’esperto, ricordando che “l’utilizzo patologico di Internet provoca sintomi fisici molto simili a quelli dei tossicomani in crisi di astinenza. Grazie a questo nuovo ambulatorio – assicura Tonioni – potremo garantire ai nostri pazienti di contenere quel malessere che per molti durante l’astinenza dal web si trasforma in ansia, depressione e paura di perdere il controllo di cio’ che accade in Internet, intervenendo nella struttura mentale sottostante alla dipendenza con curiosità e umilta’”.
Il protocollo di intervento e’ strutturato in tre passi: un colloquio iniziale per confermare o meno la diagnosi di dipendenza; incontri successivi per individuare la psicopatologia sottostante, eventualmente contenuta con un’appropriata terapia farmacologia; l’inserimento progressivo in gruppi di riabilitazione, per ‘riattivare’ un contatto “dal vivo con gli altri e di conseguenza esperienze autentiche di condivisione, senso del limite, capacita di attesa e comunicazione non verbale”, spiegano gli esperti. L’ambulatorio e’ attivo dal lunedi’ al venerdi’ dalle 9.30 alle 13.30. Per accedere alla prima visita occorre prenotare telefonicamente, contattando i numeri 06/30154332-4122.

Secondo una nota del Gemelli, la prevalenza di questa patologia nella popolazione generale appare in aumento soprattutto nei giovani che vanno poi a coinvolgere le famiglie, su cui ricade il carico soggettivo e oggettivo del disturbo psichico. Per esempio, Facebook, il piu’ famoso social network, ha 60 milioni di iscritti al mondo, e sono in continua crescita; si stima che circa il 10% degli utenti rischia di diventarne dipendente. “Si distinguono 5 sottotipi di dipendenti da Internet – prosegue lo psichiatra Tonioni – il cyber-sexual addiction (‘stregato’ da sesso virtuale e pornografia), il cyber-relational addiction (‘schiavo’ dei social network), il net-compulsion (gioco d’azzardo, shopping e commercio online), l’information overload (ricerca ossessiva di informazioni) e il computer addiction (coinvolgimento eccessivo in giochi ‘virtuali’ o ‘di ruolo’). Non si tratta di un problema nuovissimo. Nel 1995 lo psichiatra americano Ivan Goldberg ha definito il concetto di Internet Addiction Disorder (IAD), individuandone sette principali sintomi caratteristici: il bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore ‘in rete’ per ottenere soddisfazione; la marcata riduzione di interesse per altre attivita’ che non siano Internet; lo sviluppo, dopo diminuzione o sospensione dell’uso della Rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade online; la necessita’ di accedere alla Rete con piu’ frequenza o per piu’ tempo rispetto all’inizio; l’impossibilita’ di interrompere o di tenere sotto controllo l’uso di Internet; il dispendio di grande quantita’ di tempo in attivita’ correlate alla rete; il perdurare dell’uso di Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici recati dalla rete stessa.
«I disturbi mentali caratterizzati da comportamenti estremi nella sfera dell’abuso da video – spiega ancora lo psichiatra – possono condurre a un deterioramento del funzionamento fisico e psichico del soggetto fino a farla diventare una patologia. E’ patologia – dice – quando aumentano progressivamente le ore di collegamento e diminuisce il tempo disponibile da dedicare alle persone care, agli amici e alla famiglia». Insomma, quando il virtuale “acquista una importanza maggiore della vita reale, dalla quale il soggetto tende a estraniarsi sempre piu’ creando problemi in ambito familiare, lavorativo, scolastico e della salute che si traduce in un malessere psicofisico”. Ai sintomi della dipendenza si associano altre sette caratteristiche: la perdita delle relazioni interpersonali; le modificazioni dell’umore; le alterazione del vissuto temporale; la cognitivita’ completamente orientata all’utilizzo compulsivo del mezzo; il ‘feticismo tecnologico’, cioe’ la tendenza a sostituire il mondo reale con un oggetto artificioso con il quale si riesce a costruire un proprio mondo personale e in questo caso virtuale; la privazione del sonno; i problemi fisici di varia natura come il mal di schiena, l’affaticamento oculare, la sindrome del tunnel carpale. Insomma, la schiavitu’ per il mondo virtuale sul web provoca anche problemi reali.

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