Famiglia
In Francia il primo centro d’accoglienza per minori clandestini
Avrà sede vicino a Parigi e sarà gestito da un'equipe della Croce Rossa con l'obiettivo di ricostruire la dolorosa storia di ogni bambino e ritrovarne i parenti
Il prossimo 2 settembre in Francia aprirà il primo centro d’accoglienza per minori clandestini. La notizia, che circola da tempo in via confidenziale presso i responsabili della Croce Rossa francese, mette la parola fine a un anno d’incertezze e false voci fatte circolare dai detrattori del progetto.
Il centro, con sede a Taverny (a sud di Parigi), ospiterà per ora una trentina di bambini e adolescenti giunti in Francia come clandestini, in fuga dalla miseria o la guerra dei loro paesi. Gestito dalla Croce Rossa e finanziato dallo Stato, il centro di Taverny si dedicherà a ciascun residente per due mesi, il tempo necessario per ricostruire la sua storia personale e offrirgli una seconda opportunità e un avvenire. Il personale sarà composto da medici, psicologi, educatori e mediatori, la cui missione sarà quella di abbattere ogni difficoltà: barriere di lingua, ostacolo della scrittura e percorso personale doloroso.
L’obiettivo è quello di ritrovare i membri della famiglia del bambino, dovunque si trovino, in Francia o all’estero. Al termine dei due mesi, il giovane sarà orientato verso una nuova famiglia se i suoi parenti non saranno stati localizzati o identificati. La preoccupazione, infatti, è di evitare che questi minori senza protezione possano finire nella rete della delinquenza organizzata o della prostituzione.
Secondo le statistiche, infatti, il 55% dei minori finora sistemati presso centri non specializzati sono fuggiti. L’anno scorso erano arrivati a Roissy oltre 1500 minori non accompagnati (provenienti principalmente dalla Cina e dall’Africa nera). Al loro arrivo sul suolo francese, quelli intercettati dalle autorità hanno fatto un passaggio obbligato di venti giorni nella sala d’attesa dell’areoporto, in condizioni sanitarie spesso scandalose.
Info: www.droitsenfant.com
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.