Mondo
In Francia nasce il ‘servizio civico’
Per il primo anno 10mila avvii, che arriveranno a 75mila nel 2015. Anche negli Usa nuovi fondi ad hoc: "In Italia si va nelle direzione opposta", denuncia Arci servizio civile
di Redazione
Dopo gli Stati Uniti e in attesa del Belgio, anche la Francia è entrata nel ‘club’ dei Paesi che investono sul servizio civile. E’ di recentissima definitiva approvazione la legge istitutiva del “servizio civico”, aperto a tutti i giovani residenti in Francia con progetti della durata di 9 mesi. Già nel 2010 è previsto l’avvio di 10mila giovani che saliranno a 75mila nel 2015, pari al 10% dei giovani potenzialmente coinvolgibili.
Asc, Arci Servizio Civile, ha collaborato nei mesi passati con Unis Citè, una delle principali organizzazioni nonprofit francesi che dal 1994 ha promosso esperienze pilota in questo campo ed ha quindi potuto osservare da vicino l’iter legislativo in tutti i suoi aspetti. “Riteniamo questa legge”, dichiara Licio Palazzini, presidente di Asc, “un segno importante: altri Paesi stanno infatti comprendendo quanto sia lungimirante la scelta di istituire e sostenere il servizio civile dopo la sospensione della leva obbligatoria. Vediamo inoltre con soddisfazione che alcune disposizioni della legge francese riprendono quella che è stata l’esperienza italiana: per i giovani è previsto un assegno mensile di 440 euro, versato loro direttamente dallo Stato e, per rendere stabile la governance con il Terzo Settore, viene istituito un organismo simile alla nostra Consulta Nazionale del Servizio Civile”.
“In altri aspetti”, sottolinea Palazzini, “la legge francese presenta alcune importanti e positive innovazioni rispetto a quella italiana come la compresenza, richiesta alle organizzazioni d’impiego, di giovani di diversa estrazione sociale e livello culturale e il riconoscimento dei mesi di servizio civico nel percorso di studio delle scuole superiori con l’integrazione del servizio civico nel programma di educazione civica. Dovrebbero essere inserite anche nella riforma del Servizio civile nazionale italiano”, suggerisce Palazzini – per collegare meglio percorso scolastico e servizio civile e facilitare conoscenza ed educazione alle differenze”.
Anche dall’altra parte dell’oceano arrivano buone notizie: gli Stati Uniti hanno deciso di triplicare il programma Americorps (paragonabile al nostro Scn ed inserito nel più generale National Service) portandolo da 75mila a 250mila partecipanti.
“In Italia il Governo sembra andare nella direzione opposta. Oramai pare che neanche il numero di 25.000 avvii all’anno sia più garantito”, dice Palazzini, “vista l’assenza di integrazioni al Fondo Nazionale, tagliato con l’accetta” dal Ministro del Tesoro e oggetto di scontro all’interno della stessa compagine Governativa, che invece licenza la mini naja per 15mila giovani. In questo contesto anche l’avvenuta presentazione al Senato del disegno di legge governativo che riforma il Scn, “che pure contiene disposizioni condivisibili, se non stabilisce il numero minimo annuo di giovani da avviare al servizio ogni anno, almeno 40.000 a tempo pieno, potrebbe risultare un esercizio intellettuale”.
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