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In fuga da Bengasi

Molti i cittadini che stanno lasciando la città simbolo dell'opposizione per dirigersi verso il confine egiziano

di Redazione

I leader della rivoluzione contro Muammar Gheddafi hanno promesso che combatteranno fino alla morte, ma sono molti i cittadini di Bengasi che stanno lasciando la città simbolo dell’opposizione per dirigersi verso il confine egiziano. Tra loro è alta l’amarezza per il mancato sostegno dei Paesi occidentali ai ribelli, tra cui la tanto richiesta no-fly zone e gli equipaggiamenti militari per contrastare le truppe del Colonnello.

«Ci hanno traditi», dice al quotidiano britannico “Guardian” Ahmed Malen, uno dei volontari rivoluzionari anti-Gheddafi a Bengasi. «Se ci uccidono tutti, l’Occidente avrà il nostro sangue sulle mani. Non credono nella libertà. Sono dei codardi», ha aggiunto.

Anche la sconfitta di Ajdabiya, oggi conquistata dall’armata verde, segna l’ultima di una serie di città conquistate dai ribelli e poi rapidamente riprese dal regime di Gheddafi. Alcuni tra i 135mila residenti di Ajdabiya avevano già lasciato la città prima dell’arrivo delle truppe lealiste, altri si sono affrettati a farlo insieme ai ribelli. Molti a Bengasi temono le ritorsioni degli agenti del Colonnello e sostengono di non avere altra scelta se non battersi per la propria sopravvivenza.

 

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