Mondo

In Italia adozioni ferme al palo

Nessuna procedura attivata. La Cai: meglio l'assistenza in loco

di Redazione

Ma AiBi denuncia: «Per la prima volta il nostro Paese non si è ritagliato un ruolo da protagonista». E anche il disegno di legge ad hoc è stato congelatoEsprime un grande rammarico, Marco Griffini, perché sulla vicenda Haiti «l’Italia delle istituzioni è rimasta latitante: questa è la prima catastrofe internazionale in cui il nostro Paese non si è ritagliato un ruolo da protagonista». La frustrazione del presidente AiBi va tutta alla mancata realizzazione di quella che avrebbe rappresentato una “terza via” nella protezione dei piccoli sopravvissuti: l’accoglienza temporanea.
Parole amareggiate arrivano anche dal senatore Pdl Antonino Caruso, che a febbraio ha depositato in Senato il disegno di legge ad hoc, ma la proposta non ha avuto seguito e non è stata discussa. «Silenzio assoluto: è come se ad Haiti non fosse accaduto nulla», commenta il senatore. La Commissione adozioni internazionali segue la linea della protezione in loco: «Il Paese continua ad essere in emergenza», sottolinea la vicepresidente Daniela Bacchetta, «e la macchina delle adozioni è ferma».
Nel frattempo, sul campo, la Cai ha promosso e finanziato progetti di protezione affidati ad enti autorizzati come Avsi, Sant’Egidio, AiBi, Nova. Proprio dal Nova sono stati seguiti gli unici due bambini arrivati in Italia. I piccoli hanno 8 e 9 anni. «E, compatibilmente con tutto quello che hanno vissuto, stanno bene», dice la presidente Nova Fiammetta Magugliani. «Sono entrati in una splendida famiglia, che li ha aspettati con una fede incrollabile». Adesso per loro, da settembre, comincia un’avventura molto più normale: l’ingresso a scuola.

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