Welfare

In Italia per lavorare

Maggiori prospettive di occupazione per chi è nel nostro paese da più tempo. Lo rivela un rapporto del Cnel

di Redazione

Esiste in Italia un processo di selezione degli immigrati? Gli immigrati presenti da tempo sono diversi da quelli appena arrivati? Qual è il sogno di quelli che restano? A queste domande risponde la ricerca su “Gli immigrati nel mercato del lavoro italiano”, presentata questa mattina a Roma presso la sede del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel).

L’indagine commissionata dal Cnel al Centro per le ricerche di economia del lavoro e dell’industria dell’Università Cattolica di Milano ha messo in luce che l’anzianità migratoria sembra essere uno dei fattori in grado di determinare i progressi nella condizione lavorativa degli occupati stranieri. Da più tempo sono in Italia più probabilità hanno di trovare un buon lavoro. Gli stranieri riescono a farsi una posizione migliore grazie alla rete di conoscenze che sviluppano con gli anni e alle competenze che acquisiscono. Con l’allungarsi del periodo di permanenza nel nostro Paese, si verificano dei cambiamenti nelle modalità d’inserimento degli immigrati. Tali cambiamenti avvengono attraverso tre fasi: maggiore stabilizzazione, crescita professionale e maggiore integrazione.

La durata della permanenza in Italia ha determinato e determina un processo di selezione degli immigrati che è tuttora in corso. Questa ha favorito i più giovani, i più istruiti, così come coloro che hanno impieghi più qualificati. E’ bassa la percentuale di occupati tra gli stranieri che dichiarano di trovarsi in Italia da poco tempo, non più di 4 anni, anche perché molti di loro non risultano alle statistiche ufficiali, infatti, essi, presentano un tasso di occupazione del 49%, inferiore di 18 punti percentuali rispetto a quello medio nazionale, risultante per il 2007, pari al 67%. Questo tasso sta ad indicare l’esistenza di una difficoltà iniziale d’inserimento nel tessuto lavorativo italiano. Infatti, il tasso di occupazione aumenta con l’allungarsi del periodo di permanenza, subendo un notevole incremento già a partire dai 5 anni di soggiorno in su e, tra chi vanta una presenza almeno decennale, esso arriva al 74%. In questo contesto le donne non sono molto fortunate. Sono loro ad avere maggiori difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro italiano. Nonostante il passare del tempo, esse rimangono più esposte degli uomini al rischio di lavoro nero.

Con l’aumento dell’anzianità di soggiorno si verifica anche un altro fatto: sale la quota di lavoratori autonomi. Questo fenomeno sta a indicare una capacità e una voglia degli stranieri di uscire dagli impieghi subordinati, trovando nei lavori in proprio e nella creazione d’impresa, la via per l’affermazione professionale e l’integrazione sociale. E’ il sogno nel cassetto di molti immigrati. E’ ipotizzabile, secondo la ricerca, che questa sia la strada principale lungo la quale avviene il processo di selezione degli immigrati in Italia.

Costantino Coros

Scarica il rapporto Cnel cliccando nella colonna in alto a sinistra

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