Non profit
In Lazio arriva un Prodigio per avviare la carriera dei giovani professionisti con partita Iva. E le aziende ringraziano
Finanziamento da 2,5 milioni
di Redazione

Non scendono in strada perché lo considerano poco “professionale”. Se potessero, tuttavia, non esiterebbero un attimo a sfilarsi la giacca e la cravatta e a unirsi ai cortei dei giovani precari. L’etichetta che gli è stata cucita addosso, l’élite del popolo delle partite Iva, è infatti una magra consolazione. Specie quando a fine mese si guadagna meno di chi è andato a bottega. Sono i giovani professionisti, un esercito di ragazzi e ragazze che ha studiato per anni, speso soldi per master e corsi di specializzazione, lavorato per anni con stage e tirocini senza vedere un quattrino e che, alla soglia dei quarant’anni, si ritrova con un pugno di mosche in mano.
Ben il 48,1% dei professionisti autonomi, secondo una recente ricerca realizzata dall’Ires-Cgil, vede infatti il futuro previdenziale caratterizzato da un elevato grado di incertezza. Il grido d’allarme delle nuove leve di ingegneri, biologi, esperti di marketing, consulenti del lavoro e via discorrendo non è sfuggito alla Regione Lazio che ha da poco pubblicato il bando Pro.di.gio (acronimo che sta per “Professionisti: diciamo giovani!”) che prevede incentivi economici alle imprese per il coinvolgimento di giovani iscritti agli Ordini e di semplici laureati. Sul piatto 2,5 milioni di euro di fondi europei.
Si tratta di un intervento doppiamente innovativo perché da un lato favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro, dall’altro stimola il mondo produttivo a far leva sui talenti piuttosto che sulla manodopera a basso costo. Le aziende private con sede operativa o almeno una unità produttiva o una filiale nel territorio regionale potranno richiedere il rimborso del 50% delle spese del servizio professionale di cui hanno beneficiato (entro un tetto massimo di 45mila euro). Le imprese poi dovranno essere in regola rispetto agli obblighi di pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali; non risultare in stato di fallimento, liquidazione o situazioni analoghe e, soprattutto, operare nel rispetto delle normative in materia di edilizia e urbanistica, tutela ambientale, sicurezza e tutela della salute sui luoghi di lavoro e delle disposizioni in materia di contrattazione collettiva nazionale e territoriale del lavoro.
I giovani professionisti o laureati, invece, dovranno essere titolari di partita Iva, risiedere nel Lazio da almeno 3 mesi e avere le competenze tecnico-specialistiche richieste per l’attività di consulenza. Quanto ai titoli, sarà sufficiente la laurea magistrale per i giovani con meno di 29 anni, mentre chi ha un’età compresa tra 30 e 35 anni, oltre alla laurea magistrale o del vecchio ordinamento, dovrà risultare iscritto all’ordine professionale collegato al percorso di studio. Ogni giovane potrà essere titolare di uno o più contratti di consulenza entro un tetto massimo di 15mila euro. I professionisti non dovranno avere rapporti di parentela entro il terzo grado e di affinità entro il secondo con i soci dell’impresa beneficiaria.
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