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L'appello di don Peppe Diana al terzo settore napoletano: bisogna elaborare un progetto di comunità. Di Arnaldo Rossi*
di Redazione
«Per amore del mio popolo non tacerò». Questo è il grido di altissima dignità e lucida profezia di don Peppe Diana. Di don Peppe, parroco a Casal di Principe e ucciso proprio in conseguenza del suo non voler tacere, ci siamo dimenticati troppo presto. Nel messaggio/manifesto, con cui aveva cercato di suscitare una reazione della sua comunità, è chiara la denuncia della condizione di oppressione creata dalla camorra, ma anche dalla politica, dalla Chiesa e dalla società civile quando non si ha il coraggio di reagire, di fare resistenza attiva, di elaborare proposte concrete.
Si deve cogliere l?occasione per riflettere anche sul ruolo del terzo settore. Abbiamo avuto la capacità di ?fare sistema? in opposizione al ?Sistema? della camorra? Siamo riusciti a evitare fenomeni di clientelismo? I nostri progetti sono stati una reale occasione di sviluppo di comunità? Nella promozione dei diritti di cittadinanza non ci possiamo più permettere di difendere interessi di parte. Piuttosto lo sforzo è quello di definire l?interesse generale e capire quella che deve essere la nostra parte per ottenere il suo raggiungimento. Siamo disposti, quindi, a costruire luoghi in cui sviluppare massa critica, rielaborare le nostre regole per renderle più chiare e trasparenti e uscire dalla ?riserva indiana? per incontrarsi con le altre parti sociali e tentare l?elaborazione di un vero progetto di ?comunità??
*presidente di Co.Re., consorzio di cooperative sociali aderente al circuito Cgm
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