Welfare
Inaugurato l’Addiction Center
A Lacchiarella (MI) il primo centro clinico in Italia per consumatori di cocaina
di Redazione
È stato inaugurato oggi l’Addiction Center, il primo centro clinico in Italia pensato per chi consuma cocaina, ma anche alcol e altre sostanze stimolanti. La struttura, che ha sede nel comune di Lacchiarella (Milano), è stata presentata in una conferenza stampa che si è tenuta presso i locali del centro, a latere del seminario nazionale “Consumi, policonsumi e l’innovazione delle risposte. ‘Addiction Center’: una risposta integrata e di sistema”.
Artefici del progetto l’Asl Milano Due, la Cooperativa Lotta contro l’emarginazione, l’Associazione Saman e la Cooperativa sociale di Bessimo, con il contributo del Comune di Lacchiarella, che ha messo a disposizione – a un canone agevolato – l’edificio in cui ha sede il centro.
«Il notevole aumento dei consumi di cocaina e il fenomeno sempre più esteso del policonsumo hanno messo in grande difficoltà sia le comunità del privato sociale – pensate per i consumatori di eroina – sia il servizio pubblico», si legge nel comunicato stampa. «Su un milione e mezzo di consumatori di cocaina stimati, solo 30mila sono oggi in carico a un servizio pubblico o privato (circa un decimo di quelli considerati “problematici”). Un mondo formato da persone che vivono situazioni molte diverse, a cui non ci si può rivolgere con un’unica risposta predefinita, ma solo con un mix di possibilità e servizi calibrati sulle loro esigenze».
La struttura ospita una comunità residenziale che può ospitare fino a 12 persone, un ambulatorio e un centro studi. Nel centro è previsto un servizio di psicoterapia per le persone prese in carico (con approccio cognitivo-comportamentale, quello che si è dimostrato il più efficace nell’aiutare i pazienti ad affrontare con efficacia i rischi di ricaduta), ma anche per le loro famiglie (in questo caso l’approccio utilizzato è quello sistemico-relazionale).
L’offerta terapeutica dell’Addiction Center integra percorsi psicologici, psicoterapeutici e medici, ma anche educativi ed espressivi, rivolti sia al consumatore sia al suo contesto di appartenenza. È in questa direzione che stanno evolvendo i servizi per le dipendenze sia nell’area anglosassone sia in Francia: «è ormai provato», dicono dal centro, «che le offerte più efficaci dal punto di vista terapeutico sono quelle “multimodali” e “multifasiche” che prevedono presa in carico precoce, psicoterapia, terapia residenziale e terapia farmacologica per il controllo dei sintomi psichici/psichiatrici correlati. In tal senso si è espresso, ad esempio, il National Institute on Drug Abuse (NIDA), il più prestigioso istituto di ricerca del mondo in materia di droghe».
Sono previsti tre percorsi residenziali diversi: un programma breve (da 1 a 4 settimane), un programma intermedio (da 1 a 2 mesi), un programma lungo (da 3 a 6 mesi). «In questo modo», fanno sapere, «si riesce più facilmente a dare aiuto a persone che “si stanno facendo male”, ma che non intendono impegnarsi in percorsi troppo lunghi». Ogni programma può essere svolto anche più volte, modellandosi sulle esigenze espresse nel corso del tempo dalla persona presa in carico.
Il programma terapeutico è deciso congiuntamente dalla Asl – a cui spetta la certificazione di tossicodipendenza e che interviene nel monitoraggio e verifica dei risultati – e dalle tre organizzazioni del terzo settore che gestiscono il centro, in uno stretto rapporto pubblico-privato sociale.
L’équipe è composta da uno psicologo cognitivo comportamentale, uno psicologo sistemico relazionale, un medico psichiatra, un infermiere professionale, un medico internista/infettivologo, educatori, operatori sociali, specialisti di attività espressive (arte terapia, bioenergetica, yoga, teatro, ecc.).
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