Non profit
Incentivi? Se siamo strategici…
Parla Giorgio Guerini, numero uno di Confartigianato e imprenditore del settore
di Redazione
«È stata una incertezza premeditata. Il ministro Romani pagherà un conto politico salatissimo su questa vicenda. Gliel’ho anche detto». Lo stop and go sulle rinnovabili (gli incentivi avviati in gennaio, sospesi in marzo, rilanciati a maggio ma con decurtazione) non è proprio piaciuto a Giorgio Guerini, presidente di Confartigianato e imprenditore (una sua azienda, la H.F., installa pannelli di nuova generazione prodotti da una ditta americana: nel 2010 ha fatturato 15 milioni): «Questa incertezza ha colpito le aziende che sono per lo più giovani e create da giovani».
Un doppio danno…
Le banche hanno bloccato i finanziamenti; dal primo gennaio a oggi, per sei mesi le imprese non hanno fatto nessun preventivo. Per mantenere certi monopoli e i vantaggi di pochi, si è sacrificato un sistema di piccole e medie imprese. Un segnale bruttissimo. E il cosiddetto Salva-Alcoa, che ha riaperto gli incentivi, è stato un condono mascherato. Se lo Stato non ha i mezzi per fare i controlli che servono, non può decidere di salvare tutti…
Diceva dei monopoli…
Si è avvantaggiato chi governa il cosiddetto “ultimo miglio” ed è incaricato di fare gli allacci. Per i quali magari prende anche più tempo del necessario perché ogni impianto fotovoltaico in più può significare minori quantitativi di energia da distribuire. È un conflitto d’interesse nel Paese dei conflitti d’interesse. Del resto manca da decenni una politica energetica che valorizzi l’energia pulita.
Adesso c’è il IV Conto Energia.
Per gli impianti domestici va bene. Per quelli industriali no. Le faccio un esempio. Possono usufruire di incentivo i pannelli fotovoltaici tradizionali. Ma se si utilizzano pannelli innovativi con i quali si sostituiscono le coperture in amianto di un capannone industriale, non si ha diritto agli incentivi. È coerente? Non si tiene conto del progresso quotidiano nel miglioramento dell’efficienza e dell’avanzamento della tecnologia.
A differenza della Germania…
Lì in un anno sono usciti dalla crisi e rilanciato lo sviluppo, scegliendo anche il fotovoltaico. Ma anche investendoci. Occorre prendere coscienza che la rivoluzione tecnologica in atto non può essere arrestata. E non ci si può trincerare dietro il problema se incentivare sì o no.
In che senso?
L’Alitalia il carburante lo paga a prezzo pieno? No. E lo stesso accade in altri settori ritenuti strategici. Anche negli altri Paesi le rinnovabili sono incentivate. Lo stesso dobbiamo fare noi. Scegliendo però di strutturare benefici che abbiano una sufficiente durata nel tempo. Non si capisce perché per le spiagge si pensi addirittura a una prospettiva di vent’anni e per il fotovoltaico si fatichi ad arrivare a qualche mese.
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