In carcere è allarme per l’influenza A
«Si parla di una campagna di vaccinazione per l’influenza A che, nei prossimi mesi, riguarderà alcune categorie a rischio, quello che mi stupisce è che fra tali priorità nessuno parli del carcere in tutte le sue componenti: detenuti, agenti di polizia penitenziaria, volontari e i loro familiari», così il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, ha richiamato l’attenzione su un problema che potrebbe diventare esplosivo. Le carceri sono luoghi particolarmente a rischio, sia perché vi è una diffusione elevata di malattie come tubercolosi, epatiti B e C, diabete e Hiv, sia per il turn over, che nel 2008 è stato di 90 mila persone, costrette a vivere in ambienti malsani e sovraffollati.
Il coraggio di pensare a una grande amnistia
I processi pendenti in Italia sono circa 10 milioni, e intanto negli ultimi dieci anni è stata concessa “un’amnistia di classe, sporca, irresponsabile” a 1 milione e 800mila persone, grazie alla prescrizione dei reati: sono i radicali a denunciare l’ipocrisia di quei politici che, terrorizzati di perdere consensi, non vogliono assolutamente che sia concessa una amnistia, e però accettano serenamente che un numero enorme di reati venga prescritto ogni anno, anche grazie a una legge, la ex Cirielli che da una parte è severissima con i recidivi, dall’altra facilita le prescrizioni. Perciò, Marco Pannella propone come primo passo per una Riforma della Giustizia “un’amnistia ampia, che elimini almeno 8 milioni dei processi pendenti”.
Sentirsi “espulsi dal mondo”
I detenuti stranieri oggi, al peso di una pena scontata in condizioni disastrose, aggiungono la mancanza di qualsiasi progetto per il futuro. Come scrive un detenuto albanese, Pierin Kola: “Mi ha scritto un amico che, pochi giorni dopo la scarcerazione, è partito, convinto ancora di potersi rifare una vita in Germania. Ma era solo un sogno, perché dopo un breve periodo che era a Monaco, ospite di parenti, e aveva già trovato un lavoro, è stato fermato per un controllo dalla polizia tedesca, che ha constatato che l’Italia gli aveva già notificato un foglio di via, e di conseguenza lui era considerato espulso da tutti i Paesi dell’area Schengen, compresa la Germania. Così è stato immediatamente rimpatriato in Albania”.