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Intercettazioni, battaglia finale

La maggioranza blinda il decreto. E anche sulla Manovra Tremonti chiude ai margini di intervento

di Redazione

La legge-bavaglio, i conti pubblici, le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su giustizia e Protezione civile: una giornata politica calda, nel resoconto dei quotidiani in edicola

 

 

 “Berlusconi all’attacco dei pm”. Apre così il CORRIERE DELLA SERA di oggi riassumendo in questo modo la giornata politica di ieri: «Il presidente del consiglio Berlusconi torna sul tema delle giustizia e, sulle indagini, attacca i pm: sono loro a governare il Paese, non io. Poi aggiunge: la Protezione civile mai più all’Aquila, rischia gli spari. Intanto sul disegno di legge relativo alle intercettazioni arriva l’intesa con Fini. E il premier blinda il nuovo testo. La normativa, per Berlusconi, è stata ostacolata e snaturata, «dalle lobby dei magistrati e dei giornalisti», così da impedirgli di mantenere una promessa fatta agli italiani». I servizi interni vanno dalla pagina 2 alla pagina 6. “Divieti irrazionali” è invece l’editoriale firmato da Luigi Ferrarella: «…con la legge blindata ieri dal vertice del Pdl, invece, in Italia un caso Blagojevic (dal nome del goevrnatore dell’illinois, sotto processo da qualche giorno, ndr.) non si ripeterà perché mai le intercettazioni saranno pubblicabili (nemmeno per riassunto) fino al processo, anche se ormai depositate, e non più coperte da segreto, anche se penalmente rilevanti e su fatti non privati, ma di interesse pubblico». A pag 3 il CORRIERE dà grande spazio alle dichiarazioni del vice di Bertolaso, Franco Gabrielli (in predicato di sostituirlo alla guida della Protezione civile) che nel titolo dice: «Il mancato allarme? Facile pontificare ora». Concetto ribadito all’interno: «Per carità la magistratura deve fare il suo lavoro. Ma tutti questi soloni che ora dicono che tutto poteva essere previsto dov’erano nei cinque giorni prima del terremoto? Potevano anche sollevare dubbi sulla decisione presa dalla commissione grandi rischi. Non uno ha espresso perplessità». A pag 5 si parla invece della “Stretta sulle intercettazioni, accordo nella maggioranza. Il governo verso la fiducia”. Il quotidiano milanese riassume in 13 punti l’accordo raggiunto dal Pdl che sarà trasformato nel testo da consegnare al Senato. Questo il punto numero 10: «Confermato il reato e le sanzioni per gli editori che pubblicheranno i testi delle intercettazioni. Nell’emendamento si prevedono multe fino a 450mila euro». Quanto agli editori «risponderanno anche della pubblicazione delle intercettazioni di cui è stata ordinata la distruzione». Questo infine un passaggio della nota dei comitati di redazione che il CORRIERE pubblicata a pag 6: «…I giornalisti italiani sono pronti alla resistenza civile e non accetteranno mai di sottostare a una legge che limita il diritto dei cittadini ad essere informati e il loro diritto-dovere di informarli». Alla manovra infine il giornale riserva le pagine 12 e 13. Questi i dei titoli di apertura: “Tagli alle mini-province, quattro a rischio. Tremonti: federalismo per ridurre la spesa” (mentre il governo annuncia per giovedì il regolamento per la costituzione delle imprese in un giorno e lo sportello unico per le attività produttive) e “«Misure inefficaci e inique». Il pd prepara l’offensiva” in cui si annuncia la manifestazione del 19 in piazza a Roma

LA REPUBBLICA prosegue la sua battaglia contro il ddl intercettazioni: “Il Pdl blinda la legge bavaglio” strilla il titolo, sotto il quale campeggia un editoriale del del direttore Ezio Mauro, “Il popolo e la libertà”. «Soltanto un potere impaurito poteva decidere di proteggere se stesso con una legge che ostacola la libertà delle inchieste contro la criminalità, riduce la libertà di stampa e limita soprattutto il diritto a essere informati… È la vera legge della casta che ci governa e ha paura… Così com’è non piace a nessuno e fa male a tutti. Va fermata». All’interno Gianluca Luzi ricostruisce la giornata di ieri: il premier ha blindato il testo (sul quale si è astenuto, perché troppo blando…), ottenuto l’ok di Fini e avvertito i suoi («il testo verrà approvato dalla Camera così come verrà fuori dal Senato»). Poi Berlusconi è andato all’assemblea Federalberghi, per esternazioni varie (nell’ordine contro i magistrati, i giornalisti, quei cattivi dei terremotati). Interessante il pezzo di Francesco Bei: i finiani sono convinti di aver «imposto al premier un metodo» e quindi si sarebbe superata la logica dello scontro frontale. Sarà, ma basta leggere a fianco il retroscena di Liana Milella per capire che forse non è così. Di fronte alla freddezza del Quirinale che ha fatto sapere che «il capo dello Stato valuterà solo alla fine del percorso parlamentare qual è il risultato legislativo e in quel momento darà il suo responso», Berlusconi prende le distanza dalla legge non votandola. «Se il presidente, in piena estate, non controfirmerà il testo, potrà rivalersi su Fini. Gli addosserà le colpe dei due anni perduti invano»…. Nel merito della legge entra invece il procuratore Nello Rossi: in una intervista spiega che «il ddl introduce, in aggiunta alla responsabilità penale dei giornalisti, una specifica “responsabilità amministrativa” delle società editrici… Per evitare le sanzioni la società editrice dovrà adottare modelli organizzativi idonei a prevenire i reati e attuare una politica di “vigilanza”». Intanto mentre Tremonti incassa il via libera alla manovra dall’Europa e in Italia avverte che il saldo non si tocca, si continua a discutere del taglio delle Province. La Commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato un disegno di legge che prevede che la popolazione di una provincia non possa essere inferiore a 200mila abitanti (con l’eccezione di quelle montane).

 Lancio in prima e servizio a pagina 16 per IL SOLE 24 ORE sul destino del ddl intercettazioni. Rush finale, lo chiamano, ma non mancano gli ultimi ritocchi da parte del ministro Alfano e i colpi di teatro da parte del premier. «La legge non risponde del tutto alle promesse elettorali stabilite nel contratto con gli italiani, perché la privacy non sarà inviolabile al ioo%», ha spiegato il premier, prendendosela con la «lobby dei giornalisti e dei magistrati» e con «la situazione parlamentare». Di fatto, però il testo – salvo qualche emendamento proprio della maggioranza che il ministro della giustizia dovrà integrare – è blindato. D’accordo Fini e finiani, che però non perdono occasione di rispondere all’ennesimo coup de théâtre del premier il quale, in Consiglio dei ministri, si è astenuto al momento della votazione del provvedimento. Ecco la risposta di Fini: «Sono certo che Berlusconi concordi con me sul fatto che la nuova formulazione del ddl fa sì che esso di certo non contrasti con altri impegni presi con gli elettori: quelli in materia di lotta alla criminalità e di difesa della legalità». Tutto a posto quindi? Quasi. Sul provvedimento restano ancora molte ombre. Una, in particolare: la durata massima di 75 giorni stabilita per le intercettazioni, prorogabile – è questa la novità di ieri – di 3 giorni in 3 giorni, invece che di 48 ore in 48 ore come prevedeva inizialmente l`emendamento-Ghedini. «Inaccettabile» resta il ddl per Pd, Idv e Udc, che ieri hanno ottenuto dal presidente del Senato Renato Schifani che i 13 emendamenti (quelli della maggioranza) tornino in commissione, prima di approdare in aula.

Sul ddl intercettazioni IL GIORNALE annuncia “Sì unanime del PdL , ma si tratta ancora” e un infografica indica cosa cambia. Il pezzo di Francesco Cramer sottolinea che «i finiani sono soddisfatti, ma Pd e IdV sono contrari. Possibile qualche altro emendamento. Mentre il Colle fa sapere che il Presidente non entrerà nel merito». IL GIORNALE illustra il “Piano di Silvio” e Adalberto Signore rivela il ragionamento di Berlusconi. «Il presidente della Camera? Smetta i controcanti. La manovra? Serve il contributo di tutti. Giulio se ne deve fare una ragione. Il Carroccio? Bossi non può continuare la sua strategia di lotta e di governo». La svolta di Silvio, che nell’editoriale Sallusti nota «il Premier ieri ha parlato con semplicità e forza», Adalberto Signore la attribuisce a Letta che «lo ha convinto che gli alleati hanno troppi spazi di azione e vanno arginati». IL GIORNALE mette in evidenza “il primo taglio delle province” dove però c’è il “trucco” perché con lo “sconto montagna” si salverebbero Biella, Verbano, Sondrio, Rieti, e Crotone, nonostante contino meno di 200mila abitanti. Fausto Biloslavo si occupa dei finanziamenti alle associazioni d’arma. «In tempi di vacche magre anche i 2milioni di euro all’anno elargiti alle associazioni d’arma finiscono sotto la lente d’ingrandimento». E poi: «Nel 2009 all’Anpi &C oltre 600 mila euro. Briciole a paracadutisti e alpini. Contributi per i reduci interalleati e persino agli amministratori militari».

 “Intercettazioni, legge blindata” strilla in prima pagina LA STAMPA nel dare conto dell’iter parlamentare del ddl che alla Camera ha avuto il via libera e quasi certamente tra oggi e domani sarà varato anche al Senato. Scontato il voto di fiducia, anche se il Quirinale valuterà solo quando il testo sarà approvato. Berlusconi però si è astenuto dicendo che «la legge non rispetta le promesse fatte agli elettori», mentre Gianfranco Fini ha spiegato ai suoi: «Più di così non potevamo fare». Tra le reazioni, in risalto quella del segretario della Fsni Franco Siddi che ha dichiarato «Siamo ormai come nel 1923». Negativi anche i giudizi di Pierluigi Bersani («Bontà loro se ci faranno vedere i nuovi emendamenti. Per ora diciamo no»); Ermete Realacci («Il ddl è un regalo a Gomorra. Le intercettazioni sono state risolutive contro le ecomafie») e Leoluca Orlando («Berlusconi si dimetta e si faccia giudicare, invece di farsi approvare leggi ad personam»). Anche Anna Finocchiaro, a cui è dedicata una lunga intervista, spara ad alzo zero: «E un testo che taglia le unghie ai giudici e tenta la censura verso la stampa» e annuncia opposizione a oltranza anche se sa bene che ormai «il danno è fatto». Sul fronte dei conti pubblici appare “blindata” anche la manovra. Tremonti al vertice Ecofin di Bruxelles dichiara che deve restare così com’è: «Abbiamo fatto la cosa giusta al momento giusto e nel modo giusto», ovvero, si è messo in cantiere un piano che ripeterà il deficit sotto il 3% del pil nel 2012. Intanto per abbassare i costi della politica, comincia l’iter per la soppressione di quattro province a rischio (Vercelli, Isernia, Fermo e Vibo).

 “Intercettazioni, accordo nel peggiore dei modi”: alla nota politica firmata da Marco Bertoncini è affidato il giudizio di ITALIA OGGI sul ddl che si avvia verso il sì del Senato dopo gli ultimi correttivi. «Se l’intesa raggiunta tra i due cofondatori del Pdl reggerà e si giungerà finalmente all’approvazione della legge sulle intercettazioni – si legge nella nota – Pdl, governo e maggioranza usciranno da una delle rogne più intricate e più assurde in cui si siano invischiati…. C’è da chiedersi che succederebbe se su altri provvedimenti (la manovra è il primo in arrivo) dovessero scatenarsi simili accoltellamenti intestini». ITALIA OGGI parla anche della “contromanovra” dei finiani, che stanno mettendo a punto un pacchetto di emendamenti per fare una sterzata alla politica finanziaria del Governo. Partendo dalla proposta Baldassarri, verrebbero proposti nuovi tagli a enti locali, auto blu e redditi alti. Ampio risalto è dato infine al nuovo ”blitz sulle mini province” dopo il via libera della Commissione Affari Costituzionali della Camera all’emendamento di Donato Bruno che prevede la soppressione per gli enti sotto 200mila abitanti.

Il titolo di prima pagina de IL MANIFESTO è “Protettore incivile”, riferito alle dichiarazioni di Berlusconi su L’Aquila. Al disegno di legge sulle intercettazioni è dedicato l’editoriale del direttore Norma Rangeri, sotto il titolo “Lotteria italiana”. «Alla fine Berlusconi ha vinto la battaglia», scrive la Rangeri. Con il testo blindato «Il parlamento è ridotto a scenografia. La grande battaglia del presidente Fini, unico fuoriprogramma a movimentare lo spettacolo, finisce con qualche colpo di cannone sparato a salve». Anche i tagli della manovra sono visti come parte dello stesso disegno: «Giornali, scuola, ricerca, cinema, teatro, televisione: gli anelli della trasmissione del sapere, i luoghi della formazione della coscienza pubblica, dei modelli di riferimento sociali vanno controllati, puniti, tagliati, cancellati». L’articolo all’interno sul ddl intercettazioni è sulla stessa linea: «Fini accetta il bavaglio».

“Intercettazioni: testo nuovo, scontro vecchio”: così sintetizza il titolo di apertura di AVVENIRE. Gli ultimi emendamenti comunque non soddisfano Berlusconi, «ma le trattative sono estenuanti» e alla fine il testo viene blindato. Il testo cioè «sarà approvato alla Camera così come viene fuori dal Senato», dice il premier. Berlusconi sarebbe l’unico astenutosi nell’ufficio di presidenza, che invece ha approvato all’unanimità la nuova linea del provvedimento: «mi sono astenuto perché la legge non risponde del tutto alle promesse che avevamo fatto nel programma», ha detto, «e suona come una stoccata a Gianfranco Fini, che esce vincitore dal lungo braccio di ferro col premier», precisa Gianni Santamaria. Berlsuconi invece sulla manovra annuncia un «siamo aperti a migliorie, con buona pace di Tremonti», tenendo fermi i saldi dei 24,9 miliardi in due anni. Davanti alla platea di Federalberghi il premier ha anche detto che la tassa di soggiorno su Roma capitale «è arrivata alle spalle mie e del ministro del Tursimo», che «sarà adottata solo dopo un dialogo con voi» e «non è da copiare da parte di altre città».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

 

MASSONI
LA REPUBBLICA – Sarebbero 4mila i massoni di sinistra (su un totale di 21 iscritti in 744 logge). Il 50% dei democratici massoni sarebbe concentrato in Toscana, Calabria, Piemonte, Sicilia, Lazio e Lombardia. Secondo Luigi Berlinguer (presidente della Commissione di garanzia) «al di là della temporanea sospensione dei fratelli pd iscritti, c’è un percorso serio per capire la questione e non infliggere una censura dogmatica». Mah…

 

GENETICA
LA STAMPA – Due pagine sono dedicate alle nuove frontiere scientifiche. La prima riporta una intervista al fisico Daniel Segrè che nell’articolo “In principio fu la Bolla” spiega la teoria delle sfere di lipidi, lunghe catene di atomi di carbonio e idrogeno, come origine della vita. Nella seconda pagina il biologo Craig Venter, il padre dei microbi artificiali, spiega come i suoi batteri salveranno il mondo.

 

BULLISMO
IL GIORNALE – Recensione del libro “ Ragazze che odiano le ragazze” scritto da Luca Bernardo, direttore del dipartimento materno infantile dell’ospedale Fatebenefratelli e presidente della Commissione sul bullismo del ministero dell’istruzione. In un anno all’ospedale milanese sono stai denunciati 90 casi di emarginazione. Nel libro vengono riportati i racconti- confessioni delle bulle e delle vittime. Bernardo mette in guardia dalla microprostituzione fra minorenni.

 

MEDIO ORIENTE
CORRIERE DELLA SERA – La fotonotizia di oggi in prima pagina si compone di due flash. Nel primo, pubblicato da un giornale turco si vede un marine israeliano ferito sul ponte dopo l’abbordaggio alla nave a fianco di un pacifista con in mano un coltello. Nella seconda immagine invece, rilasciata dall’agenzia Reuters, il coltello viene messo fuori campo e quindi di fatto cancellato. Da qui parte il pezzo firmato da Francesco Battistini naturalmente titolato “Il coltello censurato del pacifista”

 

SUDAFRICA
IL MANIFESTO – A pagina 3 si annuncia la presenza dell’ex presidente all’inaugurazione dei mondiali: «Benedice Mandela: Il paese è in delirio». Nei box si riporta la testimonianza di Samuel Eto’ò che racconta gli episodi di razzismo subiti in Spagna e Italia. I tifosi dell’Algeria invece manifesteranno ttto illoro sostegno alla Palestina.

AVVENIRE – Lancio in prima pagina con “Il Sudafrica sogna un gol al mondo”, con un reportage di Massimilaino Castellani che spiega come in un paese dove il 50% dei tifosi (cioè degli abitanti) vivano sotto la soglia di povertà la gigantesca opera di restyling messa in piedi per i Mondiali non sia andata di pari passo «con un vero risanamento e una bonifica effettiva delle larghe sacche di povertà che vivono un quotidiano fatto di malattia, miseria e cieca violenza». Una curiosità è l’intervista all’unico giocatore bianco della squadra sudafricana, Matthew Booth, che dice «mai vissuto episodi di razzismo» e una polemica sullo Jabulani, il pallone ufficiale di questi Mondiali, «vergognoso e incontrollabile», giudicato troppo leggero dai giocatori e da Buffon «uno di quei palloni che si comprano al supermercato».

 

LAVORO
IL MANIFESTO
– Due pagine alle trattative tra Fiat e sindacati nello stabilimento di Pomigliano. Il titolo è «Fiat non cede: basta scioperi». Dopo una «fumata nera al primo confronto», le trattative sono «rinviate a venerdì». Ferma la posizione della casa automobilistica: «Marchionne fa piccoli aggiustamenti sulla turnistica, ma tiene duro sulle sanzioni: chi incrocia le braccia potrà essere licenziato».

 

CHIESA CATTOLICA
AVVENIRE – Parte oggi la chiusura dell’anno sacerdotale. Attesi in Vaticano 9mila sacerdoti provenienti da 91 Paesi. I vescovi italiani per l’occasione hanno scritto un messaggio di gratitudine ai sacerdoti italiani: «siamo fieri di voi», il messaggio. «Gratitudine, conversione, incoraggiamento: questo vi diciamo per essere ancora più uniti nel condividere l’impegno e la gioia del ministero a servizio delle nostre Chiese e del Paese», concludono.

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