Cultura
Intrigo internazionale per un cooperante
Un thriller giocato tra realtà e fiction
di Redazione
Cosa accade quando in un Paese africano chiude l’ambasciata? O siamo di fronte a un disastro ambientale o, molto più frequentemente, il Paese è piombato nel caos. Lo sa bene Alberto Anzani, scrittore e regista comasco, padre di due gemelli, che all’ambasciata italiana di Maputo ha lavorato per davvero. Alla sua quarta pubblicazione dopo Nahual, Joia e Sul confine, Anzani con questo lavoro si mette in gioco in prima persona. Entrando lui stesso nel romanzo (un bel noir, in cui realtà e fiction si intrecciano in una trama fittissima, capace di confondere e calamitare allo stesso tempo) nelle vesti di un cooperante che si trova invischiato in un intrigo internazionale. Un giallo che parte nello stesso tempo da due luoghi geograficamente molto distanti fra loro: Maputo e Parigi, ma anche il set di un film girato fra la Francia e il Mozambico. Anzani si lancia in un gioco che mescola con dovizia scrittura e regia. La chiave di lettura, la svela la prefazione di Alex Ghega: «L’autore confessa di aver scritto questo libro con la tentazione di confondere i piani, col rischio di lasciare liberi di pensare i suoi personaggi», ne escono fuori «contaminazioni di genere che fanno della sperimentazione una sfida originale» di uno scrittore «che si definisce “implicato” in un Paese dell’Africa subsahariana, “esiliato” e depositario di segreti pericolosi». Per scoprire quali non resta che affidarsi alla penna di questo viaggiatore autentico. Non sorprenda quindi che, attraverso un suo personaggio, si ponga un interrogativo: «Quando ti sarai stancata di obbedire e uccidere, da chi tornerai?». Una domanda che Anzani vorrebbe girare ai tanti sicari del suo amato continente che ha avuto la ventura di conoscere in carne e ossa.
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