Welfare

Ionta: «non possiamo più andare avanti così»

Parla il capo delegato dell'amministrazione penitenziaria parlando del sovraffollamento negli istituti

di Redazione

“Ormai abbiamo raggiunto il limite della capienza tollerabile. Certamente non possiamo andare avanti cosi'”. Lo ha dichiarato Franco Ionta, capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in un’intervista a One-o Five Live, il canale in diretta della Radio Vaticana, parlando del sovraffollamento carcerario. “La situazione e’ molto complessa e faticosa -ha ammesso Ionta-.

I detenuti ospitati nelle 206 strutture italiane toccano quota 67mila, un numero ai limiti della capienza fisica tollerabile. Per far fronte a questa emergenza – ha spiegato il capo del Dap – verranno costruiti venti nuovi padiglioni e undici nuovi istituti: entro tre anni dall’affidamento degli appalti dovrebbe essere tutto ultimato. Inoltre -ha aggiunto Ionta- abbiamo avviato politiche di assunzione per circa 3.400 unita’ di polizia penitenziaria per rafforzare l’organico esistente”.

Quanto alla copertura finanziaria per realizzare questi provvedimenti, Ionta ha spiegato: “Sicuramente la copertura e’ un tasto dolente ma finora, per la costruzione dei nuovi istituti penitenziari, sono stati stanziati 500 milioni di euro ai quali vanno aggiunti altri 100 provenienti dalla Cassa delle Ammende ed altri fondi recuperabili dai capitoli di bilancio ordinario. Anche l’assunzione dei nuovi agenti di polizia penitenziaria e’ coperta: me lo ha garantito il Ministero dell’Economia”.

Alla domanda se -come auspicano alcuni settori della politica e della societa’ civile- sia necessaria una amnistia o un indulto, Ionta ha risposto senza esitazione: ”L’amnistia e’ una scelta politica. Il governo -e io lo condivido- ha scelto una politica diversa: quella di evitare provvedimenti di amnistia o indulto che dopo un po’ ripropongono lo stesso problema. Bisogna- ha concluso Ionta – risolvere la situazione del sovraffollamento non in modo episodico ma strutturale.

E’ vero, con l’amnistia o con l’indulto molta gente esce dalle carceri pero’ se non ci sono strumenti di accompagnamento e recupero effettivo queste persone in carcere ci tornano di nuovo”.

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