Welfare
Ipocriti, e ora che dite?
La scelta della clemenza è stata vincente, ma per mesi Clemente Mastella è stato il bersaglio di attacchi. In questa intervista si toglie qualche sassolino dalla scarpa
di Redazione
Volente o nolente passerà alla storia come il ministro svuotacarceri. A sei mesi dall?approvazione dell?indulto (l. 241 del 29 luglio 2006) i numeri stanno dalla sua parte. Soltanto l?11,11% dei 25.694 detenuti usciti sono rientrati in cella (a fronte di uno standard sulle scarcerazioni ordinarie che supera il 70%). Più italiani (il 12,28%) che extracomunitari (10,59%). Al conforto delle cifre non è però corrisposto il plauso dell?opinione pubblica. Al contrario la popolarità di Clemente Mastella arranca ancora nelle ultime posizioni della classifica dei ministri. Una zavorra ancor più pesante per un ministro che è anche leader di partito. Il Guardasigilli non si lascia andare a nessun rimpianto. Anzi. La vivibilità degli istituti e il recupero dei detenuti rimane una priorità inderogabile. Come spiega a Vita, dal suo ufficio al secondo piano di via Arenula, in questo faccia a faccia in cui affronta a 360 gradi tutti i nodi della questione carcere.
Vita: Dopo l?approvazione dell?indulto sono stati in pochi a continuare a sostenerla. Si è sentito abbandonato?
Clemente Mastella: L?indulto è stato votato da due terzi del parlamento. Questo è un fatto. Per il resto ho notato molta ipocrisia. Intorno a me hanno fatto terra bruciata. Penso alla cultura di sinistra, da sempre vicina a questo mondo. La loro sembrava una sensibilità autentica. E invece proprio gli organi di informazione che parlano a quella parte di società sono stati fra i più violenti.
Vita: A dire il vero anche la Chiesa è sembrata via via abbassare l?attenzione sul mondo del carcere. Come lo spiega?
Mastella: Io faccio le cose per convinzione, senza pensare a chi mi appoggia e a chi no. Lo stesso principio vale per i Dico.
Vita: Quindi per lei è indifferente la posizione del Vaticano?
Mastella: Se mi chiede se c?è stata un po? di amarezza, le rispondo di sì. Mi conforta però che il Santo Padre il 18 marzo visiterà il carcere minorile romano di Casal del Marmo. Questo segna un cambiamento di rotta o, per lo meno, la conclusione di una pausa di riflessione.
Vita: Per la prima volta è stato approvato un indulto senza amnistia. Una scelta che rischia di far lavorare a vuoto i tribunali italiani. Ritiene ci sia lo spiraglio per riaprire la discussione sull?amnistia?
Mastella: è vero anche che non è stato mai approvato nemmeno un indulto di tre anni, che di fatto è una sorta di surrogato dell?amnistia. Considero comunque positivo il risultato scaturito dalla volontà dei gruppi parlamentari nonostante le forti resistenze che abbiano incontrato.
Vita: Il suo predecessore Castelli si è sempre rifiutato di proporre la grazia per Adriano Sofri. Lei farà questo passo?
Mastella: Per ragioni di correttezza preferisco mantenere il riserbo. È una decisione che il ministro della Giustizia contrae con il capo dello Stato.
Vita: Ha affidato al suo ex capo di gabinetto Ettore Ferrara, fino ieri digiuno di carcere, il timone dell?amministrazione penitenziaria. Come spiega questa scelta?
Mastella: Anche io ero fino ad ora ero digiuno di giustizia. Battuta a parte, ritengo che un magistrato come lui abbia la cultura e la sensibilità necessaria.
Vita: Quali risultati si attende?
Mastella: La priorità è la fedeltà al dettato costituzionale. Il carcere non è l?inferno, ma un luogo dove chi sconta la pena continua a essere considerato una persona, su cui va fatto un investimento pedagogico. Il regolamento penitenziario del 2000 non può restare sulla carta.
Vita: La commissione Pisapia sta lavorando alla riforma del codice penale. La soppressione dell?ergastolo sarà un nodo cruciale. Quale è la sua posizione?
Mastella: Pisapia mi pare favorevole alla cancellazione del ?fine pena mai?. Da parte mia aspetto le conclusioni della commissione. Se avessi una posizione precostituita non avrei istituito questo organismo. Qualche segnale rispetto alla necessità di ridurre l?area penale comunque lo forniremo a prescindere dalla discussione sull'ergastolo. Per i reati fino a tre anni ci sarà la possibilità di scontare la condanna interamente in misura alternativa, partecipando a iniziative di natura solidaristica e umanitaria.
Vita: Favorevole o contrario all?istituzione del Garante nazionale dei detenuti?
Mastella: Mi rimetto alla volontà del Parlamento e mi limito a notare che mentre a livello regionale questa è una figura molto positiva, a livello nazionale occorre che non vi siano sovrapposizioni di poteri.
Vita: Come valuta invece la possibilità di chiusura degli Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari?
Mastella: è un problema vero. Credo che, avendo le possibilità economiche e sociali, l?unica strada percorribile sia la fuoriuscita dall?orbita del nostro ministero di queste strutture, che invece dovrebbero ricadere nella competenza delle Asl e delle strutture sanitarie.
Vita: I medici penitenziari stanno protestando contro il taglio di circa 14 milioni di euro al budget previsto in Finanziaria. Crede si possa recuperare qualcosa?
Mastella: Ci proviamo. Il taglio è stato sostanzioso e inaspettato. Anche su questo punto però la mia opinione è che la medicina penitenziaria passi sotto la competenza della Asl.
Vita: Da qualche tempo le carceri hanno ripreso a riempirsi. Sul banco degli imputati ci sono tre leggi: la Bossi-Fini sull?immigrazione, l?ex Cirielli sulla recidiva e la Fini-Giovanardi sulle droghe. Crede che vadano modificate tutte e tre come vuole la sinistra della maggioranza?
Mastella: Bruxelles ha deciso che, in base al principio del mutuo riconoscimento delle sentenze, entro tre anni i cittadini comunitari potranno scontare la pena nel Paese d?origine. In prospettiva è un?ottima notizia. Quanto alle leggi che citava occorre valutare con attenzione. Io, per esempio, ho controfirmato la proposta della Turco per alzare i limiti della cannabis e mi sono attirato una pioggia di critiche anche da sinistra. è urgente invece mettere mano alla Bossi-Fini.
Vita: Cosa ne sarà del piano Castelli per la costruzione di nuovi istituti?
Mastella: Mai visto nulla. Non esisteva alcun piano. Era solo stata avviata una procedura di appalto, bloccata dalla Ue, per la costruzione di due carceri a Pordenone e Varese. Fondi che io ho ridestinato alla ristrutturazione e all?allargamento di altre carceri: entro un anno avremo a disposizione1.500 nuovi posti.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.