Mondo
Iraq: Al Anbar, battaglia persa per i marines
Un rapporto segreto svelato dal Washington Posto mette allo scoperchio l'incapacità dei marines a sconfiggere gli insorti della provincia sunnita di Al Anbar
di Redazione
I soldati americani ”non sono in grado di sconfiggere militarmente gli insorti” nella provincia irachena sunnita di al Anbar e la popolazione e’ sempre piu’ dipendente da al Qaeda. E’ questa la valutazione di un rapporto segreto dell’intelligence dei Marine, rivelato oggi dal Washington Post. Il testo di cinque pagine, messo a punto in agosto, e’ stato aggiornato a meta’ novembre senza constatare nessun miglioramento. Secondo il rapporto, la popolazione sunnita di questa provincia e’ impegnata ”in una lotta quotidiana per la sopravvivenza”, teme ”pogrom” da parte sciita ed e’ sempre piu’ dipendente da al Qaeda come unica speranza contro la crescente influenza iraniana a Baghdad.
Che sia vero o meno, si legge, i sunniti ritengono ”che i loro maggiori timori si siano realizzati: l’Iran controlla Baghdad e gli abitanti di Anbar sono stati marginalizzati”. Inoltre molti sunniti considerano poco saggio contare sugli americani, pensando che i soldati Usa se ne andranno prima di aver stabilizzato il Paese. I sunniti, minoranza politicamente egemone sotto il regime di Saddam Hussein, vengono descritti come impoveriti, disperati e pieni di paura. Privi di molti dei loro leader, assassinati o fuggiti all’estero, mancano anche della risorsa economia del petrolio, in mano ai curdi e alla maggioranza sciita.
”Il potenziale per una ripresa economica appare inesistente” ad al Anbar, scrive il rapporto, aggiungendo che il governo di Baghdad dominato dagli sciiti filo iraniani, non paga i salari ne’ ai funzionari di governo ne’ ai soldati di stanza in questa provincia. ”Malgrado il successo delle elezioni di dicembre, quasi tutte le istituzioni governative, dal livello dei villaggi a quello provinciale, si sono disintegrate o sono state corrotte o infiltrate da al Qaeda in Iraq”, si legge nel rapporto scritto dal colonnello Peter Devlin. Al Qaeda in Iraq viene descritta come l’organizzazione piu’ influente nella provincia, in grado di controllare piu’ di ogni altro gruppo ”la vita quotidiana del sunnita medio”.
Al Qaeda , ormai ”parte integrale della fabbrica sociale nell’Iraq occidentale”, e’ cosi’ radicata, autonoma e finanziariamente indipendente da rendere ormai impraticabile l’opzione di raid che possa decapitare l’organizzazione. Per questo la morte del leader Abu Musab al Zarqawi in giugno ”ha avuto un cosi’ piccolo impatto sulla struttura e le capacita’ di al Qaeda”, specie ad al Anbar. In questa provincia occidentale irachena, dove sono morti 90 soldati americani dallo scorso primo settembre, ”la situazione sociale e politica si e’ a tal punto deteriorata” che le truppe statunitensi ed irachene ”non sono piu’ in grado di sconfiggere militarmente l’insurrezione”, nota il rapporto, rivelato al Post da una fonte dell’intelligence americana.
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