Mondo
Iraq: anche il Giappone pensa al ritiro delle truppe
I circa 600 soldati nipponici di stanza a Samawa potrebbero tornare a Tokio entro fine dicembre
di Redazione
Il governo del primo ministro giapponese Junichiro Koizumi ha iniziato a considerare la possibilita’ di ritirare il suo contingente di truppe di terra dall’Iraq il prossimo dicembre quando scadra’ il mandato della missione approvato dal parlamento. Lo ha rivelato oggi l’agenzia di stampa giapponese ‘Kyodo’, citando non meglio precisate fonti governative, secondo le quali Tokyo dovrebbe informare della sua decisione il parlamento e i paesi direttamente interessati, Stati Uniti e Iraq in testa, il prossimo settembre. Il ritiro interessera’ anche i circa 200 soldati dell’aviazione dislocati in Kuwait per assicurare rifornimenti alle truppe americane e britanniche, oltre che alle proprie truppe di terra. L’invio di un contigente di circa 600 soldati dell’esercito in missione umanitaria a Samawa, citta’ dell’Iraq meridionale a meta’ strada tra Najaf e Nassiriya, fu deciso nell’autunno 2003 dal premier Koizumi per mostrare nei fatti l’impegno del paese nella guerra contro il terrorismo e un ruolo piu’ attivo sulla scena politica internazionale, in stretta solidarieta’ con gli Stati Uniti e gli altri paesi alleati, e fu approvato dal parlamento nel dicembre per il periodo di un anno. Nel dicembre 2004 la missione e’ stata prolungata di un altro anno. Secondo le fonti citate dalla ‘Kyodo’, l’ipotesi del ritiro a dicembre e’ valutata dal governo nella stessa prospettiva che ha condotto due paesi alleati come l’Italia e Polonia ad annunciare, il primo, un possibile ritiro graduale delle sue truppe a partire dal prossimo settembre e, il secondo, il ritiro all’inizio del 2006. I circa 600 soldati giapponesi di stanza a Samawa, che non possono, per vincoli costituzionali, partecipare a missioni di mantenimento della sicurezza e venire impiegati in zone a rischio di scontri, sono impegnati in lavori di approvvigionamento idrico della popolazione e di ripristino di scuole e ospedali. Godono della copertura di altri contingenti militari, olandese prima, britannico e australiano attualmente.
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