Mondo

Iraq, così è diventato serbatoio di terroristi

La denuncia del New York Times

di Redazione

Se prima l’Iraq attirava aspiranti terroristi da tutto il mondo, ora comincia ad esportarli, denuncia oggi il New York Times. Fra i militanti di Fatah al Islam, il gruppo legato ad al Qaeda che si e’ barricato nel campo profughi palestinese di Nahr el Bared in Libano, vi sono 50 “veterani” dell’Iraq, mentre in Arabia Saudita alcuni dei 172 estremisti recentemente arrestati con l’accusa di voler compiere attentati erano stati addestrati in Iraq. Vi sono anche volontari per operazioni in Iraq che vengano dirottati su obiettivi in altri paesi. E’ il caso di Muhammad al Darsi, 24 anni, un militante islamico che, dopo aver trascorso sei anni di carcere in Libia, ha cercato su Internet un reclutatore per andare in Iraq. Ma l’uomo che ha incontrato in Siria gli ha invece proposto di farsi saltare in aria fra la folla dei turisti dell’aeroporto Queen Alia di Amman, ha poi raccontato lo stesso Darsi nella confessione fatta alle autorita’ giordane dopo l’arresto. Base del fallito attentato era la cittadina giordana di Zarqa, luogo d’origine del defunto leader di al Qaeda in Iraq Abu Musab al Zarqawi. Non e’ chiaro se il complotto, che mirava ad uccidere “ebrei ed americani”, fosse legato all’organizzazione di Osama bin Laden, ma l’intero piano e’ riconducibile all’Iraq.

La mente del complotto, Youssef al Abidi, detto ‘il padre dell’innocenza’ e ancora latitante, viene descritto come un uomo che viaggia fra Iraq, Siria e Giordania, trasportando denaro, esplosivi e militanti. L’esperto di esplosivi, Said Fakhri al Naimi, 40 anni, e’ arrivato in Giordania con un volo di linea da Baghdad e la logistica era stata affidata a Mohsen al Wissi, 34enne ex soldato iracheno arrivato in Giordania come profugo. Il pericolo di un’esportazione del terrorismo dall’Iraq era gia’ stato sottolineato il 17 aprile in un rapporto scritto per il governo americano da Dennis Pluchinsky, ex analista d’intelligence del dipartimento di Stato. A quanto si leggeva, gli estremisti islamici reduci dall’Iraq sono piu’ pericolosi di quelli provenienti dall’Afghanistan, perche’ nel paese arabo si sono addestrati alla guerriglia urbana. “Vi sono alcuni paralleli operativi fra l’attivita’ terrorista urbana in Iraq e il territorio urbano in Europa e negli Stati Uniti – scriveva Pluchinsky- un maggior numero di importanti abilita’ terroristiche puo’ essere trasferito dall’Iraq all’Europa, piuttosto che dall’Afghanistan all’Europa”.

Del resto video d’istruzioni e newsletter elettroniche sulle tecniche terroristiche provenienti da militanti in Iraq vengono gia’ diffusi su Internet. “Ci sono ora 50 combattenti dall’Iraq in Libano, ma con buona approssimazione posso dire che ve ne sono centro volte di piu’, almeno 5mila, che aspettano il giusto momento per agire”, commenta Mohamamd al Massari, un dissidente saudista che dalla Gran Bretagna gestisce un forum jihadista su Internet. E’ intanto di ieri la notizia che Bassam al Shaker, 39 anni, il piu’ giovane dei terroristi dell’Achille Lauro, si trova nel campo di Nahr el Bared dopo aver addestrato militanti in Iraq e aver combattuto contro gli americani a Ramadi e Falluja.

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