Mondo
Iraq: grave un attacco secondo Andreotti
In un intervista al Mattino, l'ex Presidente del Consiglio, ritiene sbagliato l'attacco perche' non si possono valutare le 'conseguenze del dopo-Saddam'
di Redazione
L’attacco degli Stati Uniti all’Iraq ”sarebbe un guaio serio ” per il senatore a vita Giulio Andreotti che, in un’intervista a ‘Il Mattino’, si augura che cio’ non accada perche’ ”sarebbe una guerra difficile e soprattutto senza un fine preciso”’. ”Il problema vero da valutare e’ il dopo-Saddam -spiega- l’equilibrio precario del mondo arabo”. Se si restaurera’ la monarchia o se si tentera’ una ”spericolata virata verso la democrazia” sono domande, secondo Andreotti, ”a cui non ci sono risposte. A meno che la guerra non serva ad altro, a fini interni, a tenere alta la tensione, a non impantanarsi nella crisi economica. D’altra parte -ricorda l’ex presidente del Consiglio- gli americani, quando gli ha fatto comodo, non hanno esitato a utilizzare Saddam”.
Il migliore approccio al mondo islamico, secondo Andreotti, ”e’ quello di cercare di capirlo, di indurre l’Islam ad un dialogo e di non mettere tutti sullo stesso piano. Perche’ se e’ vero che ci sono dei fondamentalismi tra di loro, e’ anche vero che ci sono fondamentalismi anche tra i non-islamici. Il problema e’ quello della violenza, cioe’ di chi segue la violenza e di chi, invece, vuol veramente cercare di liberare l’umanita’ da questo modo bestiale di risolvere i problemi”. E sul ruolo dell’Unione europea nella sfida al terrorismo internazionale, Andreotti sostiene che la Ue dovra’ rispondere ”con una sola voce. Solo un’Europa forte e unita puo’ influire sulle politiche del pianeta e insieme garantire la nostra sicurezza. Anche la sfida dell’allargamento puo’ essere vinta solo rafforzando le istituzioni comuni e evitando cosi’ il rischio di trasformare l’Unione in una semplice zona di libero scambio che utilizza la stessa moneta”.
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