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Iraq: inizia oggi, ufficialmente il dopoguerra
Dopo la caduta di Tikrit, infatti, il Pentagono ha dichiarato finite le battaglie campali, anche se i combattimenti continueranno localmente. Il punto stamane
di Redazione
L’Iraq si e’ svegliato stamani nella prima mattina del dopoguerra: dopo la caduta di Tikrit, infatti, il Pentagono ha dichiarato finite le battaglie campali, anche se i combattimenti continueranno localmente. E mentre si comincia a decidere dell’invio di forze di peacekeeping e di aiuti umanitari – in Italia oggi il Parlamento il ministro degli Esteri Frattini chiedera’ alle Camere l’autorizzazione a una missione di aiuto umanitario militarmente protetta dai carabinieri – Washington comincia ad alzare i tono nei confronti della Siria, accusata di ospitare gerarchi iracheni e di possedere armi di distruzione di massa. E per quanto riguarda queste ultime, c’e’ una nuova scoperta degli specialisti americani in Iraq, ancora da verificare: alcuni laboratori semoventi, che ora si stanno esaminando. Intanto il Pentagono ha aggiornato il bilancio delle vittime Usa dall’inizio della guerra, salite a 119 soldati, ai quali occorre pero’ aggiungerne altri 3 morti durante la notte. Quattro sono i militari Usa ancora dispersi e 30 i britannici caduti.
BATTAGLIE CAMPALI FINITE, DICE PENTAGONO – Le battaglie campali in Iraq sono finite. Lo ha detto il generale Stanley McChrystal, dello Stato Maggiore Usa. McChrystal non ha detto che la guerra e’ finita, spiegando che ”stiamo passando a una fase del conflitto in cui vi saranno combattimenti su scala minore, ma aspri”, anche se i combattenti iracheni non sono piu’ in grado di produrre ”una difesa coerente”. Il gen. Vincent Brooks, al Comando Centrale (CentCom) in Qatar, ha parlato di una guerra che durera’ ancora ”settimane, non mesi”, ripetendo che ”molto rimane ancora da fare”. Ieri i carri armati Usa sono arrivati nel centro di Tikrit, citta’ natale di Saddam Hussein, ultima roccaforte del regime. Ma anche qui le operazioni non sono ancora concluse, ed e’ troppo presto per parlare di resa, ha detto Brooks. Intanto sono state abolite le due zone di non sorvolo, istituite nel nord e nel sud dell’Iraq dopo la Guerra del Golfo del 1991 per proteggere i curdi del nord e gli sciiti del sud dalla repressione.
ARMI CHIMICHE: TROVATI LABORATORI SEMOVENTI SOSPETTI – Soldati americani – secondo l’emittente Cnn – hanno trovato in Iraq centrale, non lontano da Karbala, undici laboratori chimici semoventi, nascosti sottoterra, che potrebbero essere i centri di ricerca per la guerra chimica e biologica che Washington aveva accusato Baghdad di possedere. Contengono apparecchiature per un valore di un miliardo di dollari, che ora si dovra’ appurare a cosa servissero.
POWELL, L’ARCHEOLOGIA LA PROTEGGIAMO NOI – Il segretario di stato Colin Powell ha detto che gli Usa si impegnano a proteggere il patrimonio storico iracheno e ad aiutare a riparare i danni provocati dai saccheggi.”Stiamo assumendo il ruolo di maggiore responsabilita’ rispetto alle antichita”’, ha detto Powell, aggiungendo che ”siamo preoccupati per quello che e’ successo al museo archeologico di Baghdad”.
WASHINGTON ALZA LA VOCE CON LA SIRIA – Il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, assicura che nei piani del presidente Bush ”c’e’ solo l’Iraq” e il premier britannico Tony Blair che la coalizione ”non ha piani di sorta” contro la Siria. Ma il tono si e’ fatto piu’ duro. Il capo del Pentagono, Donald Rumsfeld, ha accusato la Siria di ”collaborazionismo” con l’Iraq: ”Abbiamo visto persone armate passare il confine tra la Siria e l’Iraq con la promessa di ricompense se avessero ucciso cittadini americani”, ha detto, aggiungendo poi che ”abbiamo visto che Damasco ha compiuto test chimici negli ultimi 12-15 mesi”. Il segretario di Stato, Colin Powell, ha detto che l’amministrazione sta studiando sanzioni ”economiche e diplomatiche”. Fleisher e Powell hanno detto che Damasco deve ”rivedere le proprie azioni e il proprio comportamento” e ”cooperare”. Ieri c’e’ stata anche la contromossa della Siria, che si e’ detta disposta ad aprire le porte ad eventuali ispezioni per dimostrare che sul suo territorio non vi sono armi di distruzione di massa. Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, si e’ detto preoccupato che l’ondata di critiche statunitensi alla Siria possa ulteriormente destabilizzare il Medio Oriente
KOFI ANNAN PARTECIPERA’ A VERTICE UE DI ATENE – Annan sara’ da oggi ad Atene, dove partecipera’, su invito della presidenza greca, al vertice dell’Unione Europea. Nell’agenda ufficiale del vertice – domani e giovedi’ – non c’e’ la ricostruzione dell’Iraq, della quale invece si parlera’ nei bilaterali. A margine Annan incontrera’ i premier britannico Tony Blair, spagnolo Jose’ Maria Aznar, belga Guy Verhofstadt, il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, il presidente francese Jacques Chirac e i ministri degli esteri di Russia e Grecia.
RIUNIONE OPPOSIZIONE IRACHENA A NASSIRIYA – Divisi fra loro e invisi agli iracheni, dentro e fuori dal Paese, i leader dell’opposizione e funzionari americani si incontrano domani a Nassiriya per la prima riunione per un’amministrazione del dopoguerra guidata dagli Stati Uniti. All’incontro, infatti, partecipa anche Jay Garner, il generale in pensione scelto da Washington per dirigere ”l’amministrazione civile” nei prossimi mesi. Il discusso leader del Congresso Nazionale Iracheno, Ahmed Chalabi, non sara’ presente di persona.
ITALIA, FRATTINI ALLE CAMERE SU INVIO CARABINIERI E AIUTI – Il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha fatto sapere che il governo chiedera’ oggi alle Camere l’autorizzazione a una missione di aiuto umanitario che si svolga in condizioni di sicurezza, dunque militarmente protetta con l’invio di un contingente di Carabinieri. L’opposizione si dice contraria e ritiene che una missione del genere possa svolgersi solo sotto l’egida dell’Onu, o almeno dell’Ue.
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