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Iraq, l’appello dell’alto commissario Guterres
Al via la conferenza dell'Unhhcr: "Non possiamo ignorare le dimensioni umanitarie del problema. Quasi 4 milioni di iracheni ci stanno guardando"
di Redazione
Nel dichiarare che la crisi umanitaria in Iraq non può più essere ignorata, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres ha oggi esortato la comunità internazionale a fornire una risposta continua, organica e coordinata, al fine di alleviare la drammatica condizione di milioni di persone fuggite dalle loro case a causa del conflitto.
“Non si può più evitare di guardare le dimensioni umanitarie del problema” ha dichiarato Guterres ai rappresentanti di oltre 60 paesi, nel corso dell’intervento di apertura della conferenza di due giorni sulle necessità umanitarie di quasi 4 milioni di rifugiati e sfollati in Iraq e nei paesi limitrofi della regione promossa dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). “Quasi quattro milioni di iracheni oggi ci stanno guardando. Le loro necessità sono ovvie quanto l’imperativo morale di aiutarli. Tutti noi – rappresentanti di governi, organizzazioni internazionali e società civile – abbiamo il dovere di agire”.
Nel rivolgersi ad oltre 450 rappresentanti di governi, organizzazioni internazionali e organizzazioni non governative, Guterres ha evidenziato che se da un lato la crisi irachena ha probabilmente una copertura mediatica maggiore di qualsiasi altro conflitto al mondo, allo stesso tempo essa è la crisi umanitaria meno compresa. Nonostante gli aspetti politici e militari del conflitto siano ampiamente riportati, “è stata prestata un’attenzione troppo limitata alla tragedia umanitaria”.
Nella sessione di apertura, all’Alto Commissario Guterres – che presiede la conferenza – si sono aggiunti il Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari John Holmes, il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l’Iraq Ashraf Qazi e il Direttore Generale del Comitato Internazionale della Croce Rossa Angelo Gnaediger. Alla platea è stato anche mostrato un messaggio video del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon presentato dal Direttore Generale dell’Ufficio ONU a Ginevra Sergei Ordzhonikidze.
“Le dimensioni del problema parlano da sole” ha affermato Guterres nel suo discorso. “In quello che costituisce il più massiccio esodo forzato in Medio Oriente dai drammatici eventi del 1948, un iracheno su otto è stato costretto a fuggire. Circa 1,9 milioni di iracheni sono attualmente sfollati all’interno del proprio paese, mentre altri 2 milioni hanno cercato rifugio fuori dell’Iraq”.
Molti iracheni sono fuggiti prima della caduta del precedente regime nel 2003. Tra il 2003 e il 2005 oltre 300mila iracheni sono ritornati a casa per cominciare a ricostruire le proprie vite, ha aggiunto l’Alto Commissario. Ma la tendenza ora si è drasticamente invertita, in particolare dai bombardamenti su Samara del febbraio 2006. Da allora, sono fuggite dalle proprie case circa 750mila persone, alle quali se ne aggiungono altre 50mila ogni mese.
“Se questo massiccio esodo è passato pressoché inosservato, ciò dipende anche dal fatto che la maggior parte di coloro che fuggono non si dirigono verso campi di accoglienza, ma vengono assorbiti dalle comunità ospitanti, in Iraq e nei paesi limitrofi. Si tratta del più numeroso gruppo di rifugiati urbani che l’UNHCR abbia mai assistito” ha dichiarato Guterres riferendosi a Siria, Giordania e agli altri paesi della regione. “Ma queste comunità ospitanti si trovano sotto un’enorme pressione e sopportano un onere straordinario, mentre la sofferenza delle persone in fuga cresce di giorno in giorno”.
Guterres ha evidenziato il carattere prettamente umanitario della conferenza, ma ha anche notato che le questioni umanitarie sono “sintomi di una malattia la cui cura può essere solo politica”.
“Questa conferenza costituisce solo il primo passo in un processo che noi auspichiamo possa dar vita a un dialogo continuato e a una risposta coordinata e organica alla crisi umanitaria in Iraq” ha aggiunto l’Alto Commissario. “Le drammatiche necessità umanitarie degli iracheni e le sfide che i paesi che ospitano rifugiati si trovano a fronteggiare richiedono un sostegno urgente, ponderato ed efficace da parte di una comunità internazionale impegnata a condividere l’onere.
“Ciò include sostegno finanziario, economico e tecnico, ma anche maggiori opportunità di reinsediamento per le persone più vulnerabili. La generosità dei paesi ospitanti deve essere uguagliata da quella dell’intera comunità internazionale”.
Secondo Guterres, è essenziale che i paesi della regione, e quelli fuori della regione, forniscano protezione agli iracheni tenendo aperte le proprie frontiere e garantendo che essi non vengano rinviati in una situazione di pericolo e che abbiano accesso ai servizi di base e all’assistenza materiale più urgente.
“Ho chiesto agli stati di garantire protezione a coloro che hanno cercato rifugio sul loro territorio” ha detto Guterres. “Ritengo che in generale gli iracheni, se fuggono da un conflitto e dall’insicurezza, corrispondano alla definizione di rifugiato. Ma per me, più importante della terminologia – che uno stato chiami una persona rifugiato o no – è la protezione che viene effettivamente accordata a quella persona”.
L’Alto Commissario ha affermato inoltre che dato l’alto numero di iracheni in fuga, è evidente che la loro integrazione permanente nei paesi d’asilo non costituisce una soluzione, mentre il reinsediamento in paesi terzi può essere fornito solo ai rifugiati iracheni più vulnerabili.
“Chiaramente la soluzione migliore per la grande maggioranza dei rifugiati iracheni sarà il ritorno volontario nel loro paese d’origine in condizioni di sicurezza e dignità – quando le condizioni lo consentiranno” ha affermato Guterres, aggiungendo che nel frattempo è essenziale che essi mantengano un legame con il proprio paese.
“Nessuno può sostituire l’azione e l’iniziativa del governo iracheno. Durante la mia visita a Baghdad di due settimane fa, sono rimasto favorevolmente colpito dal vedere che le autorità sono pronte a sostenere gli iracheni all’estero e a collaborare con i governi dei paesi che li ospitano”.
Riconoscendo le difficili condizioni di sicurezza, Guterres ha dichiarato che le agenzie umanitarie devono trovare il modo di contrastare le necessità specifiche all’interno dell’Iraq e ha detto che lo stesso UNHCR sta rafforzando le proprie attività nel paese, come negli stati limitrofi.
“In Iraq dev’essere fatto tutto il possibile per prevenire nuovi esodi” ha affermato. “Conosciamo troppo bene le devastanti conseguenze della violenza settaria incontrollata. Bisogna agire subito per evitare il protrarsi della fuga e un esilio senza fine”. —
Il testo completo del discorso dell’Alto Commissario è disponibile sul sito internazionale dell’UNHCR alla pagina http://www.unhcr.org/admin/ADMIN/462490411.html
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