Mondo

Iraq: perdite americane fuori controllo, Bush sotto accusa

Quattro militari morti al giorno. E il presidente pensa a un'onorabile exit strategy

di Redazione

Le perdite statunitensi in Iraq aumentano a livelli incontrollabili: le forze armate Usa hanno ritoccato al rialzo il numero dei loro uomini caduti ieri, arrivati a quota 10. Vittime che si aggiungono a quelle gia’ perdute lungo la strada, sempre piu’ macchiata di sangue: 67 morti a ottobre, quasi 4 soldati morti al giorno.

Cifre delle quali e’ chiamato a rispondere il presidente George Bush, investito da una fitta piogge di critiche e che vede all’orizzonte una ”dottrina Nixon” con la quale ”irachenizzare” il conflitto per permettere ai marine di tornare a casa. Diversi mezzi di informazione hanno diffuso voci secondo cui un gruppo di esperti nominati dal numero uno della Casa Bianca avrebbe suggerito al presidente abbandonare quanto prima l’idea di costituire la sicurezza in Iraq e pensare a una uscita strategica dal Paese, proprio quanto venne suggerito a Nixon per uscire dal Vietnam nei primi anni settanta. Secondo la BBC, James Baker, segretario di Stato Usa durante la presidenza di Bush senior, ha definito la situazione in Iraq, tre anni e mezzo dopo l’arrivo degli Stati Uniti, ”una tremenda confusione”. Gli Stati Uniti dunque, sono posti davanti a numeri poco rassicuranti, per tutti i significati che racchiudono. E in attesa di rivedere i propri calcoli, Washington continua a contare le proprie perdite.

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