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Iraq: scontro tra Pentagono e Dipartimento di Stato sul caso Blackwaters

I contractors militari della società privata americana divide l'amministrazione Bush

di Redazione

E’ ormai scontro aperto tra il Pentagono ed il dipartimento di Stato sulla vicenda della Blackwaters. La sparatoria di 10 giorni fa, in cui i contractors a cui e’ affidata la protezione del personale diplomatico statunitense a Baghdad, infatti ha portato alla luce la tensione da tempo latente tra i militari e le ditte di sicurezza private che operano in Iraq. Con il Pentagono che ora chiede a Foggy Bottom di esercitare maggiore controllo sulla Blackwater, che opera sotto l’autorita’ del dipartimento di Stato. “I militari sono molto preoccupati che la relazione che hanno costruito con gli iracheni possa essere alterata o compromessa da fatti come questo” ha spiegato al Washington Post una fonte dell’amministrazione Usa.

“Per noi e’ una prospettiva da incubo, rischiamo danni forse peggiori che con Abu Ghraib” ha rincarato la dose un ufficiale statunitense, per il quale le uccisioni indiscrimante di civili da parte dei contractor potrebbero causare un rabbia popolare maggiore che le violenze e gli abusi nella prigione di Baghdad. Ancora piu’ diretti i commenti se si passa ai militari sul campo: “non sono adeguatamente addestrati ed hanno il grilletto facile ” dice dei contractors della Blackwater, solitamente degli ex commando dei Navy seal come il proprietario della compagnia , un colonnello in servizio in Iraq.

E riguardo alla sparatoria del 16 settembre aggiunge: “nessuno di noi crede al fatto che abbiano risposto al fuoco”. Di fronte alle accuse del ministero degli Interni iracheno, i contractor si difendono sostenendo di aver risposto ad un attacco. “Spesso si comportano come dei cowboy – rincara la dose un comandante statunitense in Iraq – non sembrano rispettare le regole che noi seguiamo”. E questo infatti e’ uno dei principali problemi: come civili i contractor non devono rispettari i codici militari: “noi crediamo che la Blackwater e le altre compagnie dal momento che conducono operazioni militari devono essere soggetti agli stessi controlli dei militari” spiega Marc Lindemann, che e’ stato in Iraq con l’Esercito ed ora e’ tornato al suo lavoro di prosecutor.

Senza contare poi la questione dell’immunita’, rispetto alla magistratura irachena, di cui godrebbero i contractor, sulla base dell’ordine 17 emesso dagli americani subito dopo l’invasione del 2003. Insomma, al Pentagono si vuole che il dipartimento di Stato “conduca un’inchiesta vera sull’incidente e proceda con dei cambiamenti”. E qualcuno propone che passi al dipartimento della Difesa la supervisione anche dei contratti stipulati dal dipartimento di Stato con le ditte di sicurezza. Al momento di attendono i risultati dell’inchiesta condotta da americani ed iracheni sulla sparatoria, e la Blackwater – nonostante la messa al bando decisa dal governo iracheno – e’ tornata al lavoro a Baghdad per non tenere bloccati i diplomatici americani nella sede dell’ambasciata.

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