Mondo
Iraq: si fa strada l’idea di una manifestazione per la pace
Probabile data il 25 aprile. Tom Benettollo presidente dell'Arci: "E' vero che stiamo poi discutendo se sia giusto fare una manifestazione nazionale contro la guerra"
di Redazione
Nessuno dal palco lo propone apertamente, ma tra i ‘pacifisti’, parlamentari e non, riuniti al Cinema Capranichetta sotto la bandiera ‘Fermiamo la guerra’, serpeggia l’idea di organizzare una manifestazione per il ritiro delle truppe italiane. Una manifestazione ben distinta da quella del 25 aprile, organizzata dalle associazione partigiane, che sara’ contraddistinta da un comizio a Milano di Guglielmo Epifani, e che avra’ comunque una caratterizzazione pacifista sullo sfondo. ”Nella piattaforma – spiega Pietro Folena – e’ ben chiaro il tema che la guerra aggrava il terrorismo”. ”Tradizionalmente quella del 25 aprile – spiega Tom Benettollo dell’Arci – e’ anche una manifestazione per la pace. E’ vero che stiamo poi discutendo se sia giusto fare una manifestazione nazionale contro la guerra, ma bisogna parlarne per bene. Per cominciare a dare un segnale di visibilita’, si potrebbe intanto ripartire dal popolo delle bandiere, mettendo i simboli pacifisti un po’ ovunque per creare i ‘muri della pace’ in tutta Italia; e spingere cosi’ il governo ad avere una posizione meno ‘continuista’ perche’ non si puo’ dire che si va avanti come se non fosse cambiato nulla”. Anche il presidente dei senatori verdi Stefano Boco non esclude ”un’iniziativa nazionale con lo slogan del ritiro delle truppe”. Famiano Crucianelli dei Ds, uno dei leader del Forum per l’alternativa, il gruppo di parlamentari che va dal ‘Correntone’ a Rifondazione, sostiene che sarebbe meglio casomai ”fare una manifestazione europea, qualcosa che abbia un segno di novita’, altrimenti va a finire con il solito corteo…”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.