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Iraq: si profila il sì, accuse di brogli
Solo la provincia di Al Anbar avrebbe respinto il referendum. Ma la Commissione Elettorale non ha diffuso alcun dato ufficiale se non sull'affluenza
di Redazione
Dopo il primo dei due scrutini previsti in ciascuna provincia (ai quali seguirà un terzo conteggio definitivo a Baghdad), solo quella a maggioranza sunnita di Al Anbar sembrerebbe aver respinto il referendum di ratifica della Costituzione: è quanto risulta dai dati diffusi tra ieri e oggi e relativi a nove province irachene, tra cui quelle sunnite di Diyala e Ninive, che hanno approvato la Consultazione.
Un risultato che di fatto sancirebbe l’approvazione della nuova Carta fondamentale, dato che solo la quarta provincia sunnita, quella di Salahuddin (per la quale non vi sono dati ufficiali) potrebbe votare contro: per essere approvato infatti il referendum deve raccogliere la maggioranza dei voti favorevoli a livello nazionale e non essere bocciato con oltre due terzi delle preferenze in più di tre province.
Tuttavia, la Commissione Elettorale ha fatto sapere di non aver diffuso alcun dato ufficiale se non quello relativo all’affluenza; dunque le cifre non sarebbero veritiere, i risultati definitivi dovrebbero essere annunciati solo giovedì. I dati resi noti ieri avevano subito dato luogo alle prime accuse di frode da parte dei dirigenti della comunità sunnita: “Non vi è alcun dubbio che gli Stati Uniti hanno interferito nel processo, dato che sia loro che il governo sciita stanno supervisionando l’intera operazione ed entrambi desiderano ache la Costituzione venga approvata”, aveva affermato Abdul-Salam al Kubaisi, dirigente del Consiglio degli Ulema, la principale organizzazione politica sunnita. “Se la Costituzione venisse approvata, gli attacchi contro le forze di occupazione aumenteranno senza dubbio e la situazione della sicurezza peggiorerà”, aveva avvertito Al Kubaisi.
In precedenza il Ministro degli Esteri iracheno Hoshyar Zebari aveva invitato la comunità sunnita a non essere delusa dal risultato del referendum di ratifica della Costituzione, sottolineando come le legislative del prossimo 15 dicembre daranno loro un’altra occasione di far udire la propria voce. Zebari, intervistato dalla rete satellitare statunitense Cnn, aveva elogiato “gli emendamenti dell’ultimo minuto ai quali sono arrivati i principali leader politici” perché hanno permesso di dare alla comunità sunnita un incentivo per andare alle urne non solo nella giornata di ieri ma anche nelle prossime legislative.
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