Mondo
Iraq: Strada, votare no senza se e senza ma
''Chi vota a favore o si astiene, o esce dall'aula, cerca espedienti per non dire no e si assume la responsabilità di essere per la guerra", dice il leader di Emergency
di Redazione
”Chi vota a favore o si astiene, o anche esce dall’aula, in realtà cerca espedienti per non dire no e si assume la responsabilità di essere per la guerra. E’ importante che gli italiani sappiano che anche costoro saranno responsabili se altri italiani moriranno, se ci troveremo con il terrorismo in casa”: Gino Strada, tornato in Iraq e di nuovo al lavoro negli ospedali di Emergency, commenta cosi’ la discussione sul decreto in corso al Senato sulla proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali, tra cui anche la missione militare in Iraq. ”Tenere fuori l’Italia dalla guerra – spiega Strada – è l’unico modo possibile per tenere fuori la guerra dall’Italia”. Secondo il medico infatti la partecipazione dell’Italia alla missione in Iraq aumenta il rischio che attentati e terrorismo possano essere portati anche qui. ”Siamo tutti a rischio perché siamo tutti ‘americani’ – dice Strada descrivendo la tensione nel paese -, la partecipazione dei peshmerga curdi alle operazioni militari dal marzo scorso ha avuto l’effetto di importare la guerra, gli attentati, il terrorismo anche nel Kurdistan. ”Persino a noi – prosegue l’intervista – che siamo qui dal 1994, e’ sconsigliato di viaggiare con macchine ufficiali e con le nostre bandiere. Perché è troppo pericoloso, ormai c’e’ la caccia indiscriminata allo straniero”. ”Il nostro lavoro qui, adesso, e’ molto piu’ difficile – afferma infine Strada -, molto più rischioso. Chi dobbiamo ringraziare”?
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