Un kamikaze ha fatto saltare in aria un minibus imbottito di esplosivo in mezzo a una folla di lavoratori a cottimo nella citta’ santa sciita di Kufa. La deflagrazione ha ucciso 59 persone, che si erano accalcate intorno al veicolo nella speranza di rimediare una giornata di lavoro.
La deflagrazione e’ avvenuta poco dopo che il mini-bus si era allontanato dal luogo del raduno, con a bordo un gruppo di lavoratori giornalieri appena ingaggiati. Il sito non sembra essere stato scelto a caso dal kamikaze e dai suoi mandanti, giacche’ la carica esplosiva e’ stata innescata a meno di un centinaio di metri dalla moschea della Cupola d’Oro di Kufa, uno dei luoghi santi maggiormente sacri per gli sciiti iracheni. La strage aveva dunque anche un evidente significato simbolico di spregio.
Intorno ai rottami calcinati e insanguinati del veicolo ben presto si e’ ammassata una vasta folla, che ha chiesto a gran voce la “protezione” del sedicente Esercito ‘al-Mahdi’, la milizia irregolare personale agli ordini di Sadr. Molti tra i dimostranti hanno preso a insultare e a lanciare sasssate contro i poliziotti accorsi nel frattempo, che sono dovuti ricorrere a colpi di arma da fuoco sparati in aria in segno di avvertimento.
All’inizio di luglio, Kufa fu teatro di un’altra strage: 10 persone morirono in un attentato contro due bus pieni di pellegrini iraniani. Appena ieri, a Mahmudiya, i guerriglieri hanno ucciso 50 persone colpendo con mortai e bombe a mano la folla di un mercato.
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