Mondo
Iraq, troppi morti civili, non si contano pi
La decisione è stata presa dalle autorità di Bagdad. Lo riferisce il New York Times. I morti iracheni sarebbero fra 10 e 15mila
di Redazione
Sarebbero 208 i civili iracheni morti in atti di guerriglia o di terrorismo la scorsa settimana. Il dato e’ calcolato dal New York Times, che lo riferisce in prima pagina, denunciando la decisione delle autorita’ di Baghdad di sospendere la conta delle vittime di guerra civili, i ”danni collaterali” del conflitto.
La cifra raccolta dal New York Times per la scorsa settimana e’ superiore alla media settimanale di morti di guerra civili in Iraq: 138, negli ultimi rilevamenti del governo iracheno ad interim riferiti al periodo dal 6 aprile al 6 settembre. A tenere buoni i dati ufficiali, estrapolandoli su tutta la durata del conflitto, circa 80 settimane a tutto settembre, si arriva a oltre 11 mila civili iracheni uccisi.
Le valutazioni di Ong e media indipendenti presenti in Iraq sono sostanzialmente concordi: i civili iracheni uccisi dall’inizio della guerra, nel marzo 2003, oscilla tra 10.000 e 15.000. Tutte cifre, vedremo perche’, stimate per difetto. Il numero di 208 per la settimana dall’11 al 17 ottobre non proviene, invece, da una fonte governativa, perche’ il ministero della sanita’ ha sospeso il periodico aggiornamento per i media delle vittime civili, preoccupato dell’impatto che notizie sul deterioramento della sicurezza possono avere sull’opinione pubblica nazionale e internazionale. La conta delle salme in Iraq e’ diventata una ”questione politica”, come dice un portavoce del governo del premier Ayad Allawi. Il dato relativo alla scorsa settimana e’ stato ricavato da un’indagine condotta dal NYT tra agenzie informative, personale medico dislocato in tutto il Paese e portavoce delle forze armate degli Stati Uniti: un censimento puramente indicativo che si riferisce solo a episodi bellici e terroristici di cui s’e’ avuta notizia. I dati comunicati dal ministero della sanita’ erano sempre stati criticati dai media e dagli osservatori indipendenti per la loro scarsa attendibilita’. Ma gli organi d’informazione ammettono problemi nel calcolare il numero delle vittime civili perche’ e’ difficile distinguere i civili dai combattenti, dove ci sono di mezzo insorti e miliziani, ed e’ impossibile raccogliere informazioni su tutto il territorio iracheno. Secondo gli ultimi dati forniti dal ministero della sanita’ di Baghdad e raccolti nel periodo che va dall’inizio di aprile all’inizio di settembre, per un totale di 22 settimane, erano 3.040 i civili iracheni uccisi in quel periodo in situazioni belliche o terroristiche: circa 138 morti a settimana. Il rilevamento esclude, pero’, il nord del Paese, curdo, dove l’insurrezione sciita e la ribellione sunnita si fanno pero’ sentire di meno. Delle vittime censite, 2.753 sono uomini, 159 donne e 128 bambini.
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