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Israele: Olmert “nuovo” premier

Sindaco di Gerusalemme per 10 anni, ha sostenuto il piano ritiro

di Redazione

I poteri del primo ministro israeliano Ariel Sharon, ricoverato d’urgenza a Gerusalemme per un serio ictus e una grave emorragia cerebrale, sono stati trasferiti al suo vice Ehud Olmert, titolare del dicastero delle Finanze.

Oltre ad essere primo ministro ad interim, nel probabile caso cheSharon sia ormai fuori gioco dalla vita politica israeliana, Olmert potrebbe dover guidare il partito da poco formato dal premier malato, Kadima, alle prossime elezioni del 28 marzo. Olmert, 60 anni, è quasi unanimemente considerato uno dei più stretti alleati dell’ex leader del Likud. Lo ha indefessamente sostenuto in tutto i passi del piano di ritiro da Gaza. E lo ha seguito nell’addio al partito di centrodestra, avvenuto a novembre per formare il più “centrista” Kadima (Avanti). Sindaco di Gerusalemme dal 1993 al 2003, anno del suo ingresso nel gabinetto israeliano, Olmert è stato uno strenuo sostenitore degli insediamenti ebraici in Cisgiordania intorno alla sua città. Negli ultimi anni ha assunto posizioni leggermente più pacifiste, se paragonato agli esponenti più autorevoli del Likud. Come vice primo ministro, ha conquistato spesso le prime pagine per le sue controverse proposte che spesso hanno permesso a Sharon di aggiustare il tiro e sviluppare le sue strategie.

Ancora primo cittadino di Gerusalemme, Olmert è divenuto “intimo” di Sharon nel 2001, sei mesi prima che il futuro capo del governo israeliano scegliesse il suo nuovo gabinetto. Come ricompensa per il sostegno al piano di disimpegno, Olmert ha ottenuto da Sharon la promessa di un autorevole incarico ministeriale. Ha iniziato nel febbraio 2003 con un breve incarico da vice premier. Nel dicembre 2003 ha provocato un terremoto nei salotti politici israeliani, quando si è schierato a favore del ritiro israeliano da Cisgiordania e Striscia di Gaza. In un articolo pubblicato dal quotidiano ‘Yediot Aharonot’, ha scritto che il ritiro rappresentava per Israele la sola strada per rimanere uno stato ebraico e democratico. Ha lanciato un monito sull’elevato tasso di natalità tra i palestinesi, destinato a causare il sovrannumero degli arabi rispetto agli ebrei nei Territori controllati da Israele. A suo giudizio, perché Israele restasse uno stato ebraico doveva essere creata una nuova frontiera. All’epoca, i colleghi di governo lo hanno accusato di piegarsi al terrorismo. Ma malgrado le iniziali controversie, il programma di disimpegno è diventato una politica di governo, con la maggioranza degli israeliani favorevoli. Olmert è un rivale di vecchia data di Benjamin Netanyahu, che ha rimpiazzato nell’agosto 2005 come ministro delle Finanze: l’attuale leader del Likud si è dimesso per protestare contro il ritiro da Gaza e dalla Striscia di Gaza. A dispetto della rivalità, gli osservatori non hanno potuto fare a meno di sottolineare i loro tratti comuni: entrambi sono leader nati, oratori abili, fotogenici e gestiscono bene la stampa. Olmert è nato a Binyamina nel 1945 e ha una formazione giuridica. Anche suo padre era un deputato della Knesset, il parlamento israeliano. Prima di diventare parlamentare nel 1973, all’età di 28 anni, l’attuale primo ministro israeliano è stato nelle Forze di Difesa dello stato ebraico come ufficiale di un’unità di fanteria. Da sindaco di Gerusalemme, ha investito notevoli risorse nello sviluppo della rete stradale, delle infrastrutture idriche e fognarie. E’ sposato e ha quattro figli.

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