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Famiglia & Minori

Il Garante senza sede e senza soldi

Vincenzo Spadafora ha presentato oggi la prima Relazione al Parlamento

di Sara De Carli

Ci sono voluti vent’anni per fare la legge, poi quattro mesi per designarlo. Da cinque mesi Vincenzo Spadafora è il Garante italiano per l’infanzia e l’adolescenza, ma ancora non ha una sede («ci sono state assegnate alcune stanze al Ministero del Turismo, che non solo non garantiscono la dovuta autonomia ma allo stesso tempo non sono assolutamente sufficienti a garantire l’efficienza del nostro operato») e sta provvedendo «con mezzi personali alle esigenze organizzative e lavorative di vario genere».

Lo ha detto lo stesso Spadafora questa mattina, alla presentazione della sua Prima relazione al Parlamento. Il motivo?  Il  Presidente del Consiglio non ha ancora approvato il regolamento operativo della Authority. Il fatto è che «senza il regolamento esistiamo ma non viviamo”, ha spiegato Spadafora ai parlamentari. «Basti pensare che in questi mesi per avere ritenuto di dover comunque iniziare ad esercitare il ruolo che la legge ci attribuisce siamo stati costretti – e lo siamo tutt’ora – a provvedere con mezzi personali alle esigenze organizzative e lavorative di vario genere».

Insomma, il rischio che Spadafora ha «già colto, in queste poche settimane di lavoro» è quello di essere considerato «un’Autorità minore per diritti minori». Ma – ha detto con forza e chiarezza Spadafora – «non mi presterò a questa diminutio, per il rispetto nei confronti di quanti con sacrificio lavorano su questi temi e soprattutto per ogni bambino e adolescente che vive in Italia».

Quanto alla relazione vera e propria, Spadafora ha elencato le priorità che intende portare avanti, mettendo a fuoco il problema della povertà (che riguarda il 15% dei minori italiani), l’abbandono scolastico, la scarsa offerta di asili nido. Tra le iniziative urgenti a livello legislativo ha segnalato la riforma del sistema di giustizia concernente i minori, i minori stranieri non accompagnati, la cittadinanza per i nati in Italia ancora giuridicamente stranieri (questione « non più rinviabile»), la ratifica delle Convenzione di Lanzarote sul sexting e il grooming, un’alleanza culturale per far sì che l’impatto delle decisioni economiche sui minori divenga un criterio importante di valutazione.


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