Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Famiglia & Minori

Coppie gay e adozioni, il caso inglese

Nel Regno Unito le adozioni sono consentite alle coppie dello stesso sesso dal 2008. Una charity cattolica chiede di fare eccezione. Ieri la decisione della Charity Commission: nessuna discriminazione è possibile

di Redazione

La prima volta è stato nell’agosto 2010. Catholic Care – una ong gestita dalla diocesi cattolica di Leeds – aveve presentato ricorso contro la nuova legge inglese (è del 2008) che consentiva le adozioni ai gay e vietava discriminazioni per le coppie omosessuali nelle adozioni, ma la Charity Commission aveva stabilito che gli omosessuali hanno tutti i requisiti per essere genitori e che le opionini religiose non giustificano la discriminazione.
Poi la stessa ong aveva pensato di non accogliere coppie omosessuali tra i propri percorsi. E aveva chiesto di essere esentata dall’applicazione della legge sull’uguaglianza. Ma già nell’aprile 2011 il Charity Tribunal aveva respinto anche questo appello. La Corte aveva affermato che il rischio di un'interruzione del srvizio da parte di Catholic Care soccombe dinanzi al danno alle coppie dello stesso sesso e per la società in genereale se fosse consentita una dicriminazione.

Ora siamo al quarto appello della cattolica Care. L’ultima carta giocata è che, se fosse costretta ad aprire le adozioni alle coppie omosessuali, la ong perderebbe i finanziamenti della chiesa e sarebbe costretta a chiudere. In quel caso, il danno arrecato ai bambini bisognosi di una famiglia sarebbe – questa le tesi di Care – molto maggiore al danno arrecato a una minoranza di coppie omosessuali che sarebbero discriminate non potendosi rivolgere solo a Care tra tutte le altre realtà.  La tesi era stata accolta dall’Upper Tribunal, ma ieri la Charity Commission ha fatto retromarcia, dicendo che questo creerebbe un pericolosissimo precedente per le altre charity, in qualsiasi campo. set a dangerous precedent for other charities.
«Un equilibrio del genere tra beneficio e danno non è di per sé la prova per giustificare la discriminazione in questo contesto o qualsiasi altro», ha detto Emma Dixon. «Se così fosse, la prestazione di qualsiasi servizio da parte di un ente di beneficenza su base discriminatoria potrebbe essere giustificata per il fatto che il beneficio per il gruppo di maggioranza che riceve il servizio sarebbe superiore al danno inflitto al gruppo di minoranza».
 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA