Famiglia

Quando l’affido è efficace? 15 paesi a confronto

Apre oggi a Padova un convengo internazionale per fare il punto sulle diverse pratiche di affidamento famigliare e interrogarsi sui loro esiti e sulla loro efficacia

di Sara De Carli

Sono 29.309 i bambini che in Italia vivono fuori dalla loro famiglia: poco meno di 3 ragazzi ogni mille. È la fotografia più recente di cui disponiamo, scattata al 31 dicembre 2010 e contenuta nella indagine “Bambini e bambine temporaneamente fuori dalla loro famiglia di origine” del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. In strutture residenziali sono accolti oggi 14.781 minorenni, in famiglie affidatarie 14.528. Gli inserimenti in famiglia sono aumentati del 42% rispetto al 1998 e le regioni che più hanno optato per l’affido sono Sardegna (68%), Toscana (65%), Liguria (64%) e Piemonte (63%). Tutto questo però non basta. L’affido però, si sa, ancora non funziona come dovrebbe. Di questo discute un grande confronto internazionale che si apre oggi a Padova e che si concluderà giovedì 12 settembre con una conferenza pubblica dal titolo “Le forme dell’affido in Europa: cosa sappiamo degli esiti e delle condizioni di efficacia?” (il programma in allegato).

L’efficacia è il punto decisivo. «Bisogna smettere di parlare di “affido” in modo generico e superare l’approccio buonistico e ideologico, per passare a soluzioni tarate sui bisogni e sui problemi reali», sottolinea – presentando il meeting – la Fondazione Emanuela Zancan, organizzatrice dell’evento insieme all’associazione internazionale per la valutazione di esito sull’infanzia e la famiglia (iaOBERfcs), la Fondazione Paideia di Torino e l’International Foster Care Research Network. «L’affido di per sé è un’idea astratta e non esiste in realtà – precisa Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan -, invece esistono le diverse forme di accoglienza, da meglio commisurare ai problemi da affrontare. Troppo spesso si confonde la risposta “affido” con la soluzione dei problemi e come espediente per ridurre la spesa assistenziale. L’accoglienza familiare non è buona per definizione, dipende da come viene attuata, gestita, sostenuta, verificata. Dipende dal bene che è in grado di generare. I tassi di inefficacia e di sofferenza causati dagli affidi falliti devono renderci molto più consapevoli e responsabili delle scelte professionali e istituzionali per l’infanzia in difficoltà».

L’Italia quindi si porrà «in una condizione di ascolto, convinti che possiamo imparare molto dalle esperienze di altri Paesi»: 15 sono infatti i paesi rappresentati,  con 50 esperti e 230 professionisti iscritti. L’incontro «ci offrirà la possibilità di domandarci come e dove migliorare, per poter rispondere in modo efficace ai bisogni dei minori costretti a vivere separati dai loro genitori». Questo evento segna l’apertura delle iniziative per i 50 anni della Fondazione Zancan (1964-2014), che culmineranno in un altro evento internazionale, a giugno 2014, sulle condizioni di efficacia della lotta alla povertà infantile.
 

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