Cooperazione & Relazioni internazionali

Save the children: Il 20% dei bambini non ha accesso ai vaccini

Nei paesi poveri è l'80%. Le richieste dell'ong: "Cruciale il rifinanziamento dell’Alleanza per i Vaccini di ulteriori 7,5 miliardi di dollari per immunizzare 300 milioni di bambini entro il 2020. L’Italia mantenga il suo impegno pari al 6% del totale dei fondi e stanzi nuovi fondi per i prossimi 5 anni"

di Redazione

"Un bambino ogni 5 nel mondo ancora non ha accesso ai vaccini. Sono per la gran parte bambini che vivono nei paesi in via di sviluppo e, all’interno di essi, nelle regioni più povere e nelle comunità più remote o emarginate. Ogni anno 1,5 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono infatti ancora per malattie prevenibili ed evitabili grazie ai vaccini. E’ dimostrato che, in particolare, i bambini in zone rurali hanno il 50% in meno di possibilità di essere vaccinati rispetto a coloro che vivono in centri urbani; tale possibilità è 3 volte inferiore per i bambini che appartengono al quintile più povero della popolazione  rispetto a quelli del quintile più ricco. In alcuni dei paesi più poveri del mondo la quota di popolazione infantile coperta dalle vaccinazioni non supera il 20%: in Nigeria, per esempio, scende addirittura al 16% fra i bambini del quintile più povero". Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto “A chance to reach every child” di Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti, alla vigilia del cruciale summit per il rifinanziamento dell’Alleanza globale per i vaccini (Gavi), una partnership pubblico-privato istituita nel 2000 per salvare centinaia di migliaia di bambini migliorando e ampliando sensibilmente l’accesso alle vaccinazioni, in oltre 70 paesi tra i più poveri del mondo. Al vertice,  in programma a Berlino il 26 e 27 gennaio 2015, interverrà Jasmine Withbread, Ceo Save the Children International, come rappresentante ufficiale della società civile e a conferma dell’impegno della ong nella lotta alla mortalità infantile nell’ambito della Campagna Every One.

Negli ultimi 15 anni l’Alleanza per i vaccini, in collaborazione con  governi, organizzazioni internazionali e il settore privato e con il supporto di organizzazioni della società civile come Save the Children, ha fatto sì che 440 milioni bambini fossero vaccinati, 6 milioni di vite salvate, 250 nuovi vaccini messi a punto e che il costo medio dei vaccini pentavalente, antipneumococco e contro il rotavirus fosse ridotto del 37%. I maggiori contributi ai 12,1 miliardi investiti nel periodo 2000-2015 sono arrivati dal Regno Unito, la Norvegia e gli Stati Uniti, rispettivamente con 3,179, 1,346 e 1,180 miliardi di dollari, seguono Francia e Italia con 876 e 682 milioni di dollari. Il maggiore contributore privato è stato la Fondazione Bill &Melinda Gates con 2,546 miliardi. Per il 2016-2020 l’Alleanza ha elaborato un piano che consentirebbe di salvare altri 6 milioni di vite, immunizzare più di 300 milioni di bambini da malattie mortali raggiungendo anche quelli finora esclusi, contribuire a rafforzare i sistemi sanitari e far scendere ulteriormente il costo dei vaccini che resta ancora elevato, soprattutto per quanto riguarda i nuovi. Come sottolineato nel rapporto di Save the Children, tra gli obiettivi del piano, un forte incremento dell’immunizzazione da rotavirus (+47%), rosolia (+44%), papilloma virus (+33%) e febbre gialla (+25%), che risulta ancora carente, mentre la vaccinazione per morbillo, pneumocco e relativa al vaccino pentavalente richiedono incrementi più contenuti.

Ma ciò sarà possibile solo se tutti i donatori, inclusa l’Italia,  garantiranno l’ulteriore finanziamento necessario di 7,5 miliardi di dollari. “La conferenza di Berlino è il primo grande test sulla determinazione della comunità internazionale a fare del 2015 l’anno chiave nella lotta alla povertà estrema e alla mortalità infantile, cioè alla morte inaccettabile ogni anno di milioni di bambini sotto i 5 anni per cause prevenibili come una diarrea o una polmonite. I vaccini sono uno degli interventi di salute pubblica più indispensabili ed efficaci per ridurre la mortalità infantile, e siamo molto preoccupati che i donatori possano non rifinanziare pienamente il piano previsto dalla Gavi esponendo centinaia di migliaia di bambini al rischio di morte. Ancora di più ci preoccupa che a pochi giorni dalla conferenza l’Italia non abbia reso noto il proprio impegno a differenza di altri donatori. Il nostro Paese deve fare la sua parte. Chiediamo al Governo di mantenere la quota di finanziamento assicurata negli anni scorsi pari a circa il 6% del fabbisogno totale indicato per il 2016-2020, riconfermando così il suo ruolo significativo tra i principali donatori istituzionali”, dichiara Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia.

Si stima che, a fronte del pieno finanziamento di 7,5 miliardi di dollari alla Gavi, il ritorno dell’investimento per il 2016-2020 sarà di 80-100 miliardi di dollari in benefici economici, pari a 10 volte l’investimento iniziale. “Solo se una quota significativa dei fondi della Gavi sarà allocata nel rafforzamento dei servizi e sistemi sanitari nazionali potremo garantire che ogni bambino, anche il più emarginato e povero, sia raggiunto non solo dai vaccini ma da tutti i servizi di base per la salute.  Qualsiasi bambino, a prescindere da dove nasca, ha diritto a condizioni di vita e salute che gli consentano la piena espressione del suo potenziale”, conclude Neri.


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