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Education & Scuola

5 per mille alla scuola? Più che un’idea una battuta, si spera

Se si ha intenzione di inserire un nuovo “riquadro”, c’è da chiedersi se sia la cosa giusta da fare. Attenzione poi alla falsa “autonomia” delle scuole. Caro premier almeno un supplemento di riflessione forse occorre farlo. Ecco qualche elemento da cui partire

di Carlo Mazzini

Tutti gli organi di informazioni da ieri riportano i propositi espressi ieri da Renzi in merito ad un sistema aggiuntivo di finanziamento della scuola. Il premier ha parlato di un 5 per mille per la cultura e per la scuola, «un meccanismo serio nel quale ciascun genitore e cittadino in dichiarazione dei redditi indica la singola scuola».

Arrivati stremati alla decima edizione del 5 per mille a volontariato, ricerca scientifica, sport ecc., stressati dai tagli al finanziamento dell’agevolazione, ma anche rincuorati da stabilizzazione e da aumento del tetto, ci chiediamo se non abbiamo forse diritto ad una breve vacanza dalle “battute a casaccio” dei politici sul 5 per mille.

Tremonti – inventore del 5 per mille – nel 2009 ci provò a dire che ci sarebbe stato un 5 per mille pro-terremotati (L’Aquila); per fortuna non si fece anche perché gli fu fatto presente che il nuovo 5 per mille sarebbe entrato in competizione con quello tradizionale e, sull’onda dell’emozione per i fatti abruzzesi, le organizzazioni che si interessano di tutto tranne che di terremoti e terremotati ne avrebbero fatto le spese.

Ora si ritorna nello stesso frangente con l'ipotesi di far destinare direttamente dai cittadini una parte delle loro imposte a favore delle scuole.

Se si ha intenzione di inserire un nuovo “riquadro”, c’è da chiedersi se sia la cosa giusta da fare. Lo Stato deve assicurare l’istruzione a tutti i cittadini (per otto anni) e in modo gratuito (art 34 costituzione) e quindi conseguentemente deve riuscire a trovare i fondi autonomamente all’interno delle entrate proprie. Non si capisce perché mai chieda ai cittadini di concorrere alle spese della scuola. Non paghiamo già le tasse per questo? Mi sono perso qualcosa?

E cosa vuol dire che danno "autonomia alle scuole" con il 5 per mille? Dato che il 5 per mille è commisurato ai redditi dichiarati (in questo caso dai genitori degli alunni), l’autonomia (mai parola fu tanto usata fuori luogo) produrrà i seguenti effetti: la scuola di Scampia avrà così pochi fondi dal 5 per mille da non riuscire neppure a comprarsi i gessi per le lavagne, mentre nella scuola pubblica di via Montenapoleone ogni alunno sarà fornito di un IPAD tempestato di diamanti.

Quando si parla di diritti fondamentali, di un servizio che deve obbligatoriamente essere reso dallo Stato, bisognerebbe andare più cauti sulle forme di finanziamento. Una cosa sono le donazioni defiscalizzate che servono a dare un di più, non “il necessario”, quello cui deve provvedere lo Stato. Altro è dare una falsa “autonomia” alle scuole col 5 per mille ad hoc e far fare marketing ad esse nella speranza che due anni dopo incassino una somma peraltro incerta necessaria a coprire i beni e servizi indispensabili per alunni e famiglie.

Si è mai accorto Renzi che il 5 per mille al non profit vale meno dell’1% delle entrate del Terzo settore?

In merito sul Corriere si parla del fatto che "già l’anno scorso palazzo Chigi aveva introdotto un meccanismo per donare il 5 per mille all’edilizia scolastica”. No, caro Corriere. Quello è l’8 per mille a destinazione statale. Altro meccanismo; non mischiamo mele con pere. La legge poi è di due anni fa, regnante – ancora per poco – Letta. E la previsione fu inserita grazie ad un emendamento del M5S. Torniamo sui banchi di scuola?

 

 


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