Education & Scuola

5 per mille? Attenti a non contrapporre scuola e Terzo settore

Massimo Barrella guida una delle scuole aperte più efficienti d'Italia e non boccia l'idea contenuta nella riforma Renzi, soprattutto per gli istituti del Sud e quelli con meno risorse. Ma avverte: occorre pensare meglio a come attuare la norma, perché un tessuto associativo vivo e dinamico arricchisce anche la scuola

di Gabriella Meroni

Una buona idea, tutto sommato, anche se nell'attuazione bisognerà fare attenzione a non impoverire i territori e quindi danneggiare in ultima analisi anche le scuole. E' questa in sintesi la valutazione del preside di una delle più note ed efficienti scuole aperte d'Italia, l'Istituto Luigi Cadorna di Milano, il cui dirigente Massimo Barrella giudica con favore la riforma Renzi nel suo complesso. 
Ma il  5 per mille alle scuole, professor Barrella, non rischia di distrarre risorse preziose al non profit?
Potrebbe esserci questo rischio, però dobbiamo tenere presente che non tutte le realtà scolastiche italiane si trovano in una situazione felice di collaborazione e interazione con associazioni e gruppi di cittadini sul territorio. Penso per esempio a tante scuole del Sud che costituiscono un vero e proprio presidio di cittadinanza in contesti a volte difficili.
A loro il 5 per mille potrebbe fare comodo?
Assolutamente sì, e sarebbe un bene che i cittadini si sentissero coinvolti e scegliessero di sostenerle concretamente anche attraverso la destinazione del contributo fiscale. Certo, se invece questa decisione dovesse andare a scapito del terzo settore sarei meno d'accordo…
Non vede questo rischio?
Non nego che ci potrebbe essere, e va evitato in tutti i modi. Potrebbe per esempio essere una buona idea non chiamarlo proprio 5 per mille, per non confondere i cittadini. Ma è anche vero che la sussidiarietà fiscale che abbiamo tanto invocato e che il 5 per mille realizza è un'ottima cosa di cui devono poter beneficiare anche le scuole.
E i contributi volontari? Giusto mandarli in pensione?
I contributi volontari sono stati un ottimo strumento per sostenere le attività scolastiche e potenziare l'offerta formativa, ma è indubbio che per molte famiglie hanno rappresentato un peso economico non indifferente. Per i dirigenti che li hanno sfruttati, si è trattato di una scelta a volte sofferta. Ora non dico che il 5 per mille per la scuola sia la soluzione, perché i rischi di impoverire il terzo settore esistono. Ma prima di bocciarlo mettiamolo alla prova, magari migliorandolo perché sia utile al non profit e al sistema scolastico, senza inutili contrapposizioni.


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