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Politica & Istituzioni

Piccoli comuni, buone pratiche sociali

Nasce un portale in cui i primi cittadini italiani presentano le tante iniziative sociali deliberate a livello locale. Dalla didattica a distanza agli sconti Imu per chi aiuta i poveri, sono già tanti gli esempi da copiare

di Gabriella Meroni

Lezioni in videoconferenza per contrastare l'abbandono scolastico. Sconti Imu a chi pratica contratti d'affitto a famiglie in difficoltà. Incentivi all'uso della bicicletta attraverso concorsi a premi. Riduzioni Tari a chi adotta cani randagi. Recupero e valorizzazione di opere d'arte trafugate. Sono tante le iniziative sociali dei Comuni italiani che nascono dalla buona volontà degli amministratori e dalla collaborazione di associazioni e cittadini. Ma spesso rimangono isolate, e le conoscono soltanto gli abitanti della zona o al massimo i lettori dei quotidiani locali. Per mettere in rete queste buone pratiche, e favorire così il loro sviluppo e contaminazione, è nato a marzo un nuovo portale, Italia in Comune, frutto dell'idea del 32enne sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci, che ha presentao l'iniziativa nel corso di un Forum a cui hanno partecipato decine di primi cittadini italiani. 

Scopo del portale è proprio quello di mettere in comune le disposizioni concrete che hanno portato benefici alla cittadinanza e fare rete tra i sindaci. “Le problematiche che dobbiamo affrontare sono spesso simili e a volte può essere sufficiente prendere esempio da chi ha già trovato una soluzione per risolvere le cose”, ha spiegato Pascucci. Così qualsiasi sindaco può inserire nel sito la propria "buona pratica", a patto ovviamente che il provvedimento sia concreto e supportato da delibere o atti, che devono caricati sul portale. L'idea è creare un database pubblico di buone pratiche a cui tutti potranno accedere.

Tra le tante iniziative già presenti online, interessante quella dello sconto Imu a chi affitta ai bisognosi, realizzata dall'amministrazione comunale di Valmontone, in provincia di Roma. Il provvedimento, nato per contrastare l'emergenza abitativa e favorire l'applicazione di contratti d'affitto regolari, segue a un accordo con le associazioni di categoria dei proprietari di casa e dei sindacati inquilini, grazie al quale il Comune ha reso possibile l'utilizzo del canone concordato, con locazioni fisse e il pagamento della cedolare secca al 10 per cento. Al tempo stesso è stata creata una graduatoria comunale di singoli o famiglie in situazione di difficoltà abitativa: a chi decide di affittare casa applicando il canone concordato a persone in stato di bisogno certificato, l'amministrazione concede uno sconto del 2 per cento sulla somma dovuta per l'Imu. 


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