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Confcooperative: «La Riforma del Terzo settore sulla strada giusta»

È il commento del presidente Giuseppe Guerini secondo cui «i lavori procedono in tempi rapidi e gli strumenti messi in campo favoriscono la buona occupazione».

di Redazione

«Parte con il piede giusto l’esame della Riforma sul terzo settore avviata dalla Commissione I del Senato». Questo il commento del presidente di Federsolidarietà-Confcooperative, Giuseppe Guerini, che ha aggiunto: «Innanzitutto bisogna esprimere la massima soddisfazione perché l’esame del provvedimento è stato avviato velocemente, e poi perché gli aspetti segnalati dal relatore Stefano Lepri vanno nella direzione giusta, sia per gli aspetti formali sia per quelli sostanziali».

«Occorre specificare meglio alcuni aspetti della legge delega – ha spiegato ancora il presidente di Federsolidarietà – in particolare sul rispetto dei Ccnl firmati dalle associazioni datoriali e sindacali più rappresentative per garantire una maggior tutela ai lavoratori, e poi sulla ripartizione degli utili, mettendo paletti più chiari e precisi, e sull’efficacia dei controlli: elementi sui quali bisogna puntare per definire al meglio i criteri della riforma».

Alcune proposte, inoltre, presentano aspetti innovativi che «ci auguriamo vengano accolti dal Senato, specialmente quella riguardante il “5 per mille”, con l’obiettivo di non generare concorrenza tra istituzioni pubbliche e organizzazioni del terzo settore. Altro elemento importante – evidenzia Guerini – è la previsione di strumenti specifici per favorire il ruolo delle imprese sociali nell’area dell’assistenza familiare: un settore in cui occorre eliminare le numerose forme di lavoro nero creando nuova, buona, occupazione. Bene anche le proposte avanzate sulla rigenerazione dei beni pubblici, o di quelli confiscati alla criminalità e dati in gestione a soggetti del terzo settore promuovendo forme di co-investimenti».

«Ci auguriamo – ha concluso Guerini – che i lavori della Commissione e poi dell’Aula del Senato procedano speditamente per introdurre al più presto nuovi strumenti che permettano anche al terzo settore di contribuire a quel rilancio occupazionale che si inizia a intravedere, e uscire definitivamente dalla crisi. È importante, infine, che molte delle proposte avanzate siano a costo zero per le casse dello Stato, perché il terzo settore deve essere generativo e sussidiario allo Stato e agli enti pubblici, senza dipendere esclusivamente dai contributi statali».


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