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Pace, è quello che chiedono i nostri bambini in Burundi

Il racconto di Liliane Habonimana responsabile programmi di Sos Villaggi dei Bambini in Burundi a ottobre è stato ferito un infermiere del centro medico Sos, a maggio è morta una ragazza cresciuta nel Villaggio Sos di Muyinga

di Redazione

200 vittime da aprile e 200mila persone in fuga. Sono questi i numeri dei violenti scontri di cui il Burundi è teatro. A fine ottobre si sono registrate 12 vittime e molti feriti. «Una delle vittime di questi attacchi è Alain Mpanzimana, un infermiere del nostro Centro Medico Sos di Bujumbura», racconta Liliane Habonimana responsabile programmi di Sos Villaggi dei Bambini in Burundi. «Era davanti alla sua abitazione, a Nyakabiga, epicentro degli scontri. Una granata l’ha colpito. Fortunatamente non è in pericolo di vita. Viviamo da mesi nell’incertezza politica, in mezzo a scontri tra gli oppositori e l’esercito, omicidi mirati ed esecuzioni sommarie, con la paura che accada di nuovo qualcosa ai nostri bambini e collaboratori. A maggio abbiamo perso una nostra ragazza, era una figlia per noi. Si chiamava Naila, aveva soli 24 anni».

Naila era cresciuta nel Villaggio Sos di Muyinga. Una granata l’ha uccisa nella notte del 22 maggio. Era orfana e il Villaggio Sos era la sua unica casa. Stava studiando all’Università di Bujumbura beneficiando dei Programmi di Educazione Sos, che prevedono di accompagnare i ragazzi verso l’autonomia. In Burundi, Sos Villaggi dei Bambini lotta contro l’esclusione sociale delle ragazze garantendo loro formazione scolastica e avviamento professionale. «I nostri bambini e ragazzi hanno già attraversato guerre e conflitti nella loro infanzia. Le armi sono state la violenza, l’abbandono, l’abuso, la solitudine. Ora hanno bisogno di stabilità. Non possono vivere nella paura costante. I bambini privi di cure familiari sono i più vulnerabili. Chiediamo pace!», conclude Liliane

La drammatica crisi che il Burundi sta attraversando è conseguente alla rielezione il 21 luglio del presidente Pierre Nkurunziza per un terzo mandato. Secondo l’opposizione, il terzo mandato è incostituzionale e viola gli accordi di Arusha, con cui è stata messa fine alla guerra civile che ha colpito il paese dal 1993 al 2006. In aprile, Nkurunziza ha annunciato che si sarebbe ricandidato: da lì i feroci scontri. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha annunciato l'apertura di un'inchiesta sulle violenze in Burundi degli ultimi mesi, dando seguito così alla decisione dell'Unione africana di aprire un'indagine sulla violazione dei diritti umani nel paese.

Nella foto in apertura gli scontri di maggio a Bujumbura by Jennifer Huxta/AFP/Getty Images