Welfare & Lavoro

Via la carrozzina: l’Onu “copia” un logo italiano

Le Nazioni Unite hanno disegnato un nuovo logo per l'accessibilità e la disabilità. Via la carrozzina, si punta sull'uomo vitruviano. «Un bel passaggio culturale, ne siamo orgogliosi», dice Alberto Fontana. Già, perché quel logo somiglia moltissimo a quello del Centro Clinico Nemo, che l'ha scelto otto anni fa.

di Sara De Carli

Le Nazioni Unite hanno un nuovo logo per parlare di disabilità e di accessibilità. Servirà per indicare i prodotti di informazione pubblica, stampati ed elettronici, mirati a sensibilizzare sui problemi della disabilità ma anche per indicare i prodotti, i luoghi e tutto ciò che è accessibile e friendly per le persone con disabilità. Via la sedia a rotelle, scende in campo un uomo stilizzato, all’interno di un cerchio, in un rimando immediato all’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. «Questa figura umana universale a braccia aperte simboleggia inclusione per le persone di tutte le abilità, in tutto il mondo. Il logo simboleggia la speranza e la parità di accesso per tutti», scrive l’Onu sul proprio sito.

In Italia il logo è familiare: somiglia infatti moltissimo al logo del Centro Clinico Nemo (NEuroMuscular Omnicentre), una realtà ad alta specializzazione pensata per rispondere in modo specifico alle necessità di chi è affetto da malattie neuromuscolari come la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), la SMA (Atrofia Muscolare Spinale) e le distrofie muscolari. Proprio oggi Nemo compie otto anni: anni in cui al Centro milanese sono seguiti anche i Centri di Arenzano (2010), Messina (2013) e Roma (2015). Alberto Fontana, presidente di Fondazione Serena, la Fondazione da cui tutto è nato e che gestisce le sedi di Milano, Arenzano e Roma, commenta così la scelta dell’Onu.

L’Onu vi ha copiato il logo?

Siamo contenti. Innanzitutto per il fatto che l’Onu abbia indicato a tutto il mondo un simbolo italiano, il genio di Leonardo da Vinci con il suo uomo vitruviano: è una cosa bella per il Paese, di cui essere orgogliosi.

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Perché si sceglie l’uomo vitruviano – la perfezione, l’uomo ideale – per parlare di disabilità?

L’uomo vitruviano dice della perfezione dell’uomo in quanto uomo, nonostante la patologia e la disabilità. È l’aspirazione a superare qualsiasi condizione. Ognuno di noi si sogna in un modo diverso, però c’è l’idea che nessun sogno debba essere precluso.

Rispetto al logo disegnato dall’Onu, che cosa sottolineerebbe?

Il nostro è più bello perché se osserva bene nel nostro c’è l’idea dell’uomo in movimento, che fa un passo, con quella gamba più corta. Mi piace evidenziare che la nostra è una comunità e una comunità in cammino.

Il superamento della carrozzina, nella comunicazione sulla disabilità, cosa significa?

È qualcosa su cui io personalmente ho sempre spinto, ad esempio da presidente di UILDM avevo fatto rimpicciolire la carrozzina a vantaggio della farfalla. Parlando di disabilità, a livello culturale, dobbiamo far crescere l’idea positiva di persone con delle abilità e dei sogni, a prescindere fatto si stia in piedi o seduti. È un passo importante in termini di cultura e non discriminazione.

Il 3 dicembre si celebra nel mondo la Giornata internazionake delle persone con disabilità. Quest’anno il tema è “Inclusion matters: access and empowerment for people of all abilities” (qui il messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon).


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