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Le famiglie di AiBi aderiscono al Family Day

«Stare dalla parte dei bambini è sempre stato l’impegno di AiBi e in virtù di questo impegno e della ferma convinzione che i diritti dei più piccoli vengano prima di quelli degli adulti, le famiglie adottive e affidatarie di Amici dei Bambini aderiscono al Family Day del 30 gennaio».

di Redazione

Le famiglie di Ai.Bi. aderiscono al Family Day del 30 gennaio. «Stare dalla parte dei bambini è sempre stato l’impegno di AiBi e in virtù di questo impegno e della ferma convinzione che i diritti dei più piccoli vengano prima di quelli degli adulti, le famiglie adottive e affidatarie di Amici dei Bambini aderiscono al Family Day. Saremo in piazza a Roma, sabato 30 gennaio, per la grande manifestazione che i comitati in difesa della famiglia hanno organizzato per dire “no” alla legge sulle unioni civili e “sì” al diritto di ogni bambino ad avere una vera famiglia».

Il Family Day segue di due giorni l’avvio dell’iter parlamentare del disegno di legge Cirinnà, che, nel testo attuale, prevede la stepchild adoption ovvero l’adozione del figlio del proprio partner anche nelle coppie omosessuali. Una possibilità che per AiBi «apre di fatto la strada all’adozione gay e al ricorso alla disumana pratica dell’utero in affitto».

«La politica sembra preoccuparsi dei diritti di poche persone, pensando al presunto diritto ad avere un figlio a tutti costi, piuttosto che a quelli di milioni di bambini abbandonati. In Italia ci sono circa 5 milioni e 300mila coppie sposate senza figli, che potrebbero diventare le nuove famiglie di 5 milioni di piccoli orfani o abbandonati. Invece l’adozione è diventata sempre più una vera via crucis, finita ormai da troppo tempo nel dimenticatoio del Governo», si legge nel comunicato di AiBi. «Questo esercito di coppie sposate senza figli non viene presa in considerazione. Anzi, viene sempre più ostacolato nella sua strada per accogliere un minore abbandonato. E tutto ciò perché si preferisce porre maggiore attenzione su poche centinaia di coppie omosessuali che cercano un figlio soltanto per soddisfare il loro egoismo», afferma Marco Griffini, presidente di AiBi.

Poco risolverebbe anche l’eventuale approvazione di un ddl che preveda il cosiddetto “affido rinforzato”, una possibile attenuazione della stepchild adoption. Secondo Cristina Riccardi, membro del consiglio direttivo di AiBi con delega all’affido l’affido rinforzato comporterebbe il riconoscimento giuridico dell’affido sine die, ovvero senza termini di tempo e senza un progetto di rientro del minore nella sua famiglia originaria, oltre ad aggravare la confusione tra adozione e affido: «Si tratterebbe solo di dare un altro nome alla stepchild adoption, ma ancor più a scapito dei bambini che non solo sarebbero privati di una mamma e un papà, ma si troverebbero anche in una situazione di precarietà».

foto TIZIANA FABI/AFP/Getty Images