Welfare & Lavoro

Opg: a quasi un anno dalla “chiusura”, ci vivono ancora 164 persone

Sono quattro le strutture che restano aperte nonostante una legge ne abbia sancito l'abolizione il 31 marzo 2015. Altri 455 ex internati oggi sono ospitati nelle Residenze alternative, che però secondo le associazioni andrebbero comunque superate. Un appello per chiedere la nomina di un Commissario che applichi la legge

di Gabriella Meroni

Dovevano chiudere quasi un anno fa, ma “ospitano” ancora 164 persone. Sono gli Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari, che avrebbero dovuto chiudere definitivamente lo scorso 31 marzo; 4 strutture invece “resistono”, come ha certificato la IV Relazione del Governo sul superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari OPG, presentata al Parlamento. Una situazione che spinge le associazioni che compongono il coordinamento “Stop Opg” a chiedere con urgenza la nomina di un Commissario che intervenga nelle Regioni inadempienti, che cioè non hanno accolto i loro pazienti in altre strutture, e curi l’applicazione della legge 81/2014, che indirizza gli interventi verso progetti di cura e riabilitazione individuale da svolgersi preferibilmente senza misura di sicurezza detentiva.

I quattro Opg aperti sono quelli di Reggio Emilia (19 persone all’interno), Montelupo Fiorentino (48 persone), Aversa (41) e Barcellona Pozzo di Gotto (40), mentre quello di Castiglione delle Stiviere ha solo cambiato targa “trasformandosi” da Opg in Rems-Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza, con oltre 200 internati (mentre la legge ne prevede al massimo 20 per residenza). Napoli Secondigliano è stato chiuso. Secondo il documento (sempre alla data del 15 dicembre) sono invece 455 (di cui 65 donne) le persone trasferite nelle Rems attivate dalle Regioni. «Anche il ruolo delle Rems, e quindi della misura di sicurezza detentiva», sottolinea però Stop Opg, «può e deve diventare residuale rispetto all’assistenza che deve svolgersi nel circuito del servizi di salute mentale territoriali, ai quali vanno subito assegnate le risorse, seguendo finalmente le indicazioni della legge 180 che ha sancito la chiusura dei manicomi».


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