Cooperazione & Relazioni internazionali

L’Europa vota l’embargo di armi verso l’Arabia Saudita

Con 359 voti favorevoli e 212 voti contrari, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che chiede all'Alto Rappresentante della Politica Estera Federica Mogherini di lanciare un'iniziativa volta ad imporre un embargo di armi nei confronti dell'Arabia Saudita. In questi mesi sono state documentate sei spedizioni di bombe dall'Italia all'Arabia Saudita: è l'ora di una svolta.

di Redazione

Il Parlamento Europeo ha chiesto ieri di procedere verso l’embargo di armi nei confronti dell’Arabia Saudita, in virtù delle ripetute e documentate denunce di violazioni dei diritti umani nei confronti della coalizione a guida saudita che da mesi sta bombardando lo Yemen. L’embargo vero e proprio non c’è ancora, c’è però una risoluzione sullo Yemen che richiama la necessità di porre fine alla guerra in corso e che contiene un emendamento (359 voti favorevoli e 212 voti contrari) che parla esplicitamente della necessità di fermare il flusso di armi nella regione.

L'emendamento infatti chiede alla Vicepresidente della Commissione ed Alto Rappresentante della Politica Estera Federica Mogherini di lancire un'iniziativa volta ad imporre un embargo di armi nei confronti dell'Arabia Saudita. Continuare a vendere armi a Riyad configurerebbe – dice ancora l’emendamento – una violazione della Posizione Comune del 2008 sull'export militare.

«Siamo davvero contenti che il Parlamento UE abbia scelto di supportare questo importante Emendamento – commenta Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo – è un modo diretto per riconoscere gli sforzi che da mesi le ONG europee che si occupano di disarmo e controllo degli armamenti stanno facendo per fermare l'impatto negativo delle armi europee nel conflitto in Yemen. Ora è responsabilità della Commissione Europea, ed in particolare della Vicepresidente Federica Mogherini, implementare questa forte posizione politica». Le realtà internazionali che afferiscono all’ENAAT (European Network Against Arms Trade) chiedono dunque che ora ci sia una veloce e chiara applicazione dell'Emendamento, soprattutto a salvaguardia dei principi contenuti nella Posizione Comune 2008.

La decisione del Parlamento Europeo impatta in modo particolare sull’Italia. L’Italia infatti non ha solo sottoscritto, tra i primi Paesi al mondo, il Trattato ATT ma ha anche una legge nazionale – la 185/90 – che proibisce la vendita di armi a paesi che siano in Stato di conflitto armato. Ciononostante sono almeno sei le spedizioni di bombe dall'Italia verso l'Arabia Saudita registrate negli ultimi mesi, segnalate al Parlamento, all’opinione pubblica e anche oggetto di un esposto depositato in diverse Procure d'Italia.

«Anche l’Italia – dichiara Giorgio Beretta, analista dell'Osservatorio OPAL di Brescia – in questi mesi ha continuato a inviare ai Sauditi tonnellate di bombe aeree che sono state utilizzate dalla Royal Saudi Air Force per bombardare aree civili, ospedali, strutture sanitarie ed educative. Si tratta di azioni militari che il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki moon, ha ripetutamente condannato e che costituiscono una chiara violazione del diritto umanitario. E’ pertanto urgente che anche con questo voto il Parlamento Europeo chieda a tutti i Governi dei Paesi Membri di rispettare le regole che normano le esportazioni di sistemi militari e di porre fine all’invio di armamenti a tutte le forze attivamente impegnate nel conflitto in Yemen. Ringraziamo tutti i Parlamentari Europei che hanno votato a favore della Risoluzione e dell'Emendamento sostenuto dalla società civile europea».


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