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Autismo: istituito un Osservatorio Nazionale per monitorarlo

L’iniziativa, frutto di un accordo siglato tra il Ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità, è stata finanziata con 650 mila euro e ha il duplice obiettivo di effettuare una stima di prevalenza di tali disturbi a livello nazionale e di costituire una rete pediatria-neuropsichiatria infantile per la loro individuazione precoce

di Gabriella Meroni

A pochi giorni dal 2 aprile, Giornata internazionale dedicata all’autismo, si apprende che ha preso il via il progetto di istituire l’Osservatorio nazionale per il monitoraggio dei Disturbi dello Spettro Autistico. L’iniziativa, frutto di un accordo siglato lo scorso febbraio tra il Ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità è stata finanziata con 650 mila euro e ha il duplice obiettivo di effettuare una stima di prevalenza di tali disturbi a livello nazionale e di costituire una rete pediatria-neuropsichiatria infantile per la loro individuazione precoce.

«Negli ultimi anni è stato segnalato un sensibile incremento della prevalenza dei disturbi dello spettro autistico», si legge nell’accordo, «così marcato da aver fatto parlare di una sorta di “epidemia di autismo”». Oggi esistono solo pochi registri di Disturbi dello Spettro Autistico nel mondo e solo un numero limitato di studi epidemiologici che possono essere utilizzati per una buona valutazione e una pianificazione appropriata. Per quanto riguarda l’Italia – si legge ancora – le uniche stime di prevalenza a tutt’oggi disponibili vengono dalle regioni Emilia-Romagna e Piemonte, e si attestano rispettivamente sui valori 1:357 (0,28%) e 1:238 (0,42%) nella fascia di età della scuola primaria (6-10 anni). «Tali prevalenze sono verosimilmente sottostimate», scrivono gli esperti dell’Iss, «in quanto sono basate sulle rilevazioni dei soli casi trattati dal SSN con diagnosi di Dps -Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, e non includono i pazienti trattati in centri privati».

Lo studio di prevalenza, il primo a partire, verrà effettuato nella fascia d’età 7-9 anni, in tre aree (una nel Nord, una nel Centro, e una nel Sud/Isole), per un totale di 12.000-15000 bambini per area, secondo il protocollo condiviso nel progetto europeo ASDEU– Autism Spectrum Disorders in Europe, di cui l'ISS è collaborating partner. Le aree individuate sono per il Nord la provincia di Lecco-Monza-Brianza; per il Centro l’Area di Roma e provincia e di Pisa e provincia; per il Sud, l’area di Palermo e provincia.

«Vi è evidenza crescente», continua il testo dell’accordo, «che l'individuazione precoce del rischio di autismo e un tempestivo intervento possano significativamente ridurre la sua interferenza sullo sviluppo e attenuarne il quadro clinico finale». Tuttavia, si osserva, vi è ancora «un grande ritardo temporale» tra insorgenza delle prime preoccupazioni dei genitori, la prima consultazione, e l'età in cui viene fatta la diagnosi, che si aggira attualmente intorno ai 4-5 anni. Il Sistema Sanitario Nazionale italiano prevede controlli sanitari di routine a tempi prestabiliti durante l'infanzia (bilanci di salute): una sorveglianza attiva dello sviluppo attraverso strumenti di screening all'età di 18 e 24 mesi da parte dei pediatri, e il loro coordinamento con le unità specialistiche di neuropsichiatria infantile, potrebbe costituire «il punto cruciale da sviluppare per ridurre sensibilmente l'età alla prima diagnosi».


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