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Sinpia: occorre uno sguardo più ampio per affrontare l’autismo

La società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza interviene alla vigilia della Giornata per la consapevolezza dell'autismo. «La legge nazionale è un punto di partenza, ma per garantire le cure sono necessari provvedimenti per facilitare la messa in pratica degli interventi che dovrebbero essere inclusi nei Lea»

di Redazione

Sono circa 100mila i bambini e gli adolescenti che in Italia hanno ricevuto una diagnosi di autismo: un bambino su 100, con una frequenza 4 volte più ampia tra i maschi. A sottolineare il dato Sinpia, la Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, alla vigilia del 2 aprile, Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo, uno dei più comuni e invalidanti disordini del neurosviluppo.
Secondo la Sinpia, l’approvazione della prima legge nazionale sull’autismo nell’agosto scorso ha rappresentato un segno di attenzione crescente verso queste problematiche, esortando le istituzioni ad adottare una visione ampia (sanitaria, sociale e educativa) e coordinata degli interventi per l’autismo.

Dopo l’annuncio dello stanziamento da parte del ministro Lorenzin di 50 milioni di euro destinati a coprire le spese delle prestazioni sanitarie incluse nei Lea per lo spettro autistico che Antonella Costantino, presidente del Sinpia definisce «Un’ottima notizia che pone rimedio ad uno dei punti critici nella legge sull’autismo, che non prevedeva risorse economiche». Le presidente Costantino osserva che «tuttavia finanziare i Lea non è sufficiente: servono provvedimenti concreti per facilitare il funzionamento dei servizi esistenti. Ed è una critica che muove dal primo ente scientifico e operativo che si sia attivato per evidenziare nel mondo scientifico e dei servizi per l’infanzia carenze, distorsioni e bisogni inevasi, già a partire dal 2004 con la pubblicazione delle prime linee guida italiane e con la successiva partecipazione al Tavolo di Lavoro Autismo del Ministero della Salute nel 2008».
Da tempo, infatti la Sinpia segnala carenze, frammentazioni e ritardi nei servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Npia), presenti tuttora in parecchi territori regionali, ed in particolare le criticità nella rete degli interventi per l’autismo, evidenziate anche nell’audizione del 13 febbraio 2014 della Commissione Igiene e Sanità del Senato (che ha poi elaborato la legge).

Un altro punto che la Sinpia non ritiene affrontato con sufficiente attenzione dalla legge riguarda la diagnosi precoce, che insieme a terapie appropriate e altrettanto precoci può modificare significativamente le capacità e la qualità della vita del paziente e dell’intero nucleo familiare. «Sebbene incluso nei Lea, il percorso diagnostico necessita di provvedimenti che ne rendano possibile la tempestività, e che la legge non prevede», sottolinea ancora Costantino.

Uno su tutti l’esigenza di un raccordo operativo tra i servizi per la prima infanzia, in particolare i servizi di pediatria di comunità, che attraverso i bilanci di salute potrebbero già da ora garantire un primo filtro di segnalazione dei casi a rischio di autismo, e i servizi di Npia per gli accertamenti specialistici e l’eventuale presa in carico. Altrettanto necessario il raccordo nei percorsi di formazione di pediatri e neuropsichiatri sui temi delle patologie autistiche e dei disturbi precoci della comunicazione, attraverso programmi integrati tra le rispettive scuole di specializzazione.

«Sarebbe inoltre opportuno considerare lo spettro autistico all’interno di un gruppo più vasto di problematiche comprendente disabilità intellettiva, disturbi del linguaggio e della comunicazione, disturbi specifici dell’apprendimento e disturbo dell’attenzione» conclude Costantino. «Non a caso il Dsm-5 colloca lo spettro autistico nel gruppo più complessivo delle disabilità evolutive. Ecco perché è auspicabile che gli interventi per l’autismo siano inseriti in un organico impegno a sostegno dei servizi di Npia».


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